Varie

Alla scoperta di Zafferia – parte 2 (ultima)

Expert 728X90

Dal 1100 in avanti la vita di questi luoghi e di altri come il nostro, era legata alla presenza di religiosi, che costruivano chiese, monasteri ecc.. questo spiegherebbe l’origine dell’ antica chiesa successivamente ingrandita, sempre più abbellita, passata da un proprietario ad un altro, fino a divenire “papale”. Dalla parte opposta, un altro torrente, anche qui è evidente la presenza di un nucleo di monaci attorno ad una chiesetta dedicata alla Madonna Odigitria. I due torrenti o comunque le due zone abitate erano collegati da un viottolo di campagna, lungo il quale ci doveva essere un altro punto abitato da monaci e utilizzato per i lavori legati alla campagna: frantoio, granaio, forse stalle.. Tanti “forse”. E’ un fatto che, il nome tramandato sia “Zafaria”, divenuto nel tempo Zaffaria, come risulta dal documento papale di papa Pio VII del 1817, col quale viene definitivamente sancito il privilegio dell’Anno Santo in Zaffaria. Il resto era tutta terra coltivata: vigneti, grano, ulivi, frutteti, agrumeti e anche piantagioni di banani. I vecchi si tramandavano il racconto di un medico” di Zaffaria, che durante un su0 soggiorno a Roma, ebbe l’occasione di guarire un papa (Sisto V) e che in cambio chiese un privilegio da donare alla sua terra e ai suoi abitanti. Documentato, è l’intervento di Mons. Grano, le cui origini sono legate a Zaffaria e che nel 1816 chiese l’intervento del papa Pio VII che sancì definitivamente il privilegio dell’anno santo. in Una lapide commemorativa è custodita nell’attuale chiesa e in chiusura del “libro delle prove” c’è una nota scritta da Mons. Grano. La “piangia” di S. Sofia reca la data del 1690, data del giubileo, e nel libro compare la scritta della spesa per il cliché utilizzato per propagandare l’evento. Alcune famiglie di Zaffaria, nel corso dei secoli si sono distinte per impegni diversi da quelli religiosi: Grano, Crisafi, Pandolfino, Cianciafara e Tommaso Cannizzaro che qui visse, studiò, scrisse. Del periodo di Cannizzaroe e dei Grano rimangono solo il segno di un’antica nobile presenza via via sfumata nel tempo. Da qualche anno l’Associazione Jobel sta cercando di fare rivivere quest’antico passato nobiliare e culturale. Della famiglia Cianciafara il nipote riportato agli antichi splendori la villa rurale e il giardino.

Leave a reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

More in:Varie