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I novant’anni di De Luca, l’arte del gusto in periferia

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di Francesco Greco

C’è un paesino di mare a poco più di 20 chilometri a sud del centro di Messina chiamato Briga Marina, dove Pietro De Luca, novant’anni compiuti a luglio, ha dedicato la sua intera vita alla produzione artigianale del gelato e delle granite. Da ragazzo con un carrettino carico delle fresche dolcezze messinesi, ha costruito nel tempo con passione, impegno, tenacia, dedizione e sacrifici quello che oggi è il Bar d’eccellenza della città, rimasto per scelta a gestione familiare e dove adesso i figli e i nipoti continuano l’arte della gelateria artigianale. Il compleanno di Pietro è stata una festa per tutto il Paese. Nonostante l’età, il Cav. Pietro De Luca ha accettato la nostra richiesta di essere intervistato, dimostrando lucida memoria.

Ha festeggiato i suoi 90 anni, che coincidono anche ai quasi 80 anni di attività, come è iniziata questa avventura?

«La mia attività è iniziata con un carrettino all’età di 16 anni. All’alba mi recavo alla fabbrica ghiacciaia che si trovava ad Alì per rifornirmi delle lastre di ghiaccio utilizzate per raffreddare i pozzetti di rame. Durante la prima mattinata con i pozzetti refrigerati da queste lastre, manualmente e senza l’ausilio di nessun macchinario, si procedeva con la sola forza delle braccia a girare e raschiare il composto fin quando con il freddo si trasformava in granita o gelato. La mattina portavo le granite e nel pomeriggio andavo in giro con i gelati tra i paesi che vanno da Giampilieri a Galati. Non esistevano i contenitori monouso che usiamo al giorno d’oggi, quindi la gente usciva di casa con i bicchieri che prendevano dalla loro cucina».

Cosa l’ha spinta verso questa professione?

«È stato un lavoro che ho sempre affrontato con grande passione, questa mi ha dato la forza di andare avanti nonostante la fatica e gli esigui guadagni iniziali. Considera che reduci dalla Seconda guerra mondiale la gente non aveva grandi possibilità di spendere, il dolce era un lusso per pochi o da potersi permettere sporadicamente».

Quando nasce il Bar De Luca che conosciamo oggi?

«Dopo 4-5 anni di gavetta con il carrettino, grazie al sostegno dei miei genitori, abbiamo aperto il primo piccolo bar in Piazza Pantò, però il giro di affari era veramente irrisorio. Così dopo qualche anno ci siamo spostati in una seconda sede in Via Nazionale, dove siamo tutt’ora, però adesso in un terzo stabile accanto al precedente, dove proseguiamo l’attività da oltre 20 anni».

Con quali gusti ha cominciato a sperimentare la sua produzione?

«Inizialmente producevo solo 3 gusti di gelato: cioccolato, vaniglia e limone. Le granite erano disponibili solo ai gusti limone e cioccolato. Ti sembrerà strano, ma agli inizi anche comprare il caffè era un lusso e non c’era la disponibilità di materie prime che esiste oggi. Dovevo cercare le barrette lasciate durante il passaggio degli americani per trovare il cioccolato».

Come è stato il passaggio dalla lavorazione manuale all’arrivo dei macchinari?

«Intorno agli anni Sessanta si sono diffusi i primi macchinari elettrici che ci hanno facilitato il lavoro e permesso di produrre granite e gelati con molta meno fatica, senza però perdere di qualità, il nostro è rimasto un prodotto artigianale che non si è svilito come altri nei processi di industrializzazione. Infatti il procedimento è rimasto uguale, solo che il raffreddamento dei pozzetti adesso avviene con un sistema simile a quello dei frigoriferi anziché con il ghiaccio, invece il raschiamento è effettuato da un braccio meccanico. Ma resta il mastro gelataio, che sapientemente seleziona gli ingredienti, mescola aromi, bilancia i gusti ad essere l’artefice principale nella preparazione».

Come avete raggiunto l’eccellenza nella produzione dei vostri prodotti?

«Intanto ci rivolgiamo ai migliori fornitori nel selezionare le nostre materie prime, sempre di prima qualità. La frutta come limoni, fragole, mandorle è di esclusiva provenienza del nostro territorio. Poi è una continua sperimentazione e ricerca della perfezione. Ore e ore passate in laboratorio a provare il bilanciamento più azzeccato, a dosare con minuzia gli ingredienti e centellinarne le dosi per testarne via via il risultato. Ci sono voluti anni per raggiungere il livello di alta pasticceria che abbiamo oggi. Sono molto orgoglioso del gusto gianduia, che reputo il nostro cavallo di battaglia. Ma anche del fatto che riusciamo a produrre con costanza intorno ai 30 gusti diversi, con punte di 50-60 varietà nel periodo di alta stagione, tutti di alta qualità».

C’è ultimamente una tendenza alla globalizzazione per cui è facile trovare i prodotti locali fuori dal proprio territorio. Questo non avviene con il vostro gelato.

«Abbiamo avuto tante proposte, anche importanti, per espandere le nostre sedi o aumentare la produzione dei nostri prodotti. Questo significherebbe scendere a certi compromessi, come utilizzare conservanti o addensanti artificiali. Per noi conta di più la qualità che la quantità, vogliamo continuare a fare il nostro gelato in maniera artigianale, con la formula tradizionale che usiamo da sempre. Non abbiamo in mente di delocalizzare, riteniamo una formula vincente il connubio De Luca-Briga Marina, qui abbiamo le nostre radici, finora ci ha portato bene e credo continueremo così fino alla fine».

A Pietro De Luca, viva testimonianza di quella classe di lavoratori-imprenditori, protagonista del boom economico che ha fatto grande il nostro Paese, con un modo di fare impregnato di modestia e dignità che caratterizza solo le più grandi persone, vanno i nostri migliori auguri per lo splendido traguardo dei suoi esemplari novant’anni. A tutti i nostri lettori l’invito a visitare un posto unico al mondo, non un semplice bar, ma un luogo dove si può godere con tutti i sensi, dall’odore del caffè sul ciglio della porta, all’inimitabile gusto dei gelati e delle granite, dalla vivacità dei quadri del maestro Cacciola in esposizione permanente (di cui vi parliamo sul nostro sito internet), al rilassante suono del mare che si trova a due passi. Un’esperienza da non perdere.

Francesco Greco

Foto di Raffaele e Lorenzo Monteleone

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