
Cesare Brandi ha definito la Sicilia “l’isola del mito”. Sono gli stessi abitanti ad essere dei miti, con le loro credenze e manifestazioni uniche. Vuoi vedere un siciliano che dà di matto? Basta rivolgergli una specifica parola o un gesto che la sostituisce e avrai davanti un uomo trasformato in toro. Le vene del collo si gonfiano, il viso diventa paonazzo, le narici si dilatano, gli occhi si arrossano, il petto ansima, solleva le spalle portando indietro le braccia con i gomiti alzati: ora è pronto ad esplodere e caricare. Quali sono la parola e il gesto che trasformano un uomo pacifico e gentile in Mister Hyde? Il vocabolo tanto temuto è “Cornuto”. Il gesto consiste nel sollevare l’indice e il mignolo, piegando il resto delle dita. Leggendo qua e là, si scopre che questo vocabolo, con il pesante significato che traina, risale a un tempo molto antico e la colpa di ciò ricade su uomini potenti, presuntuosi e vanitosi. Orazio e Tibullo cantarono le “corna d’oro” del dio Bacco.
Mentre in età romana, poteva accostarsi all’uso di ornamenti di corna sugli elmi, che distinguevano un personaggio di valore, quindi un motivo di prestigio; forse che il Mosè, scolpito con le corna da Michelangelo, possa far nascere il sospetto che lo scultore conosceva i fatti di famiglia del profeta? Niente affatto! È un segno di distinzione per ciò che nella sua vita ha compiuto. Non c’è siciliano che vedendo un segno del genere non abbia qualche dubbio che in famiglia qualcosa di losco sia successo, e da ciò abbia un attacco di bile incontenibile. Una delle prime vicende che hanno a che fare con l’oggetto di questo articolo riguarda Minosse che dovendo immolare un magnifico toro bianco sull’altare di Poseidone lo sostituì con un comune toro, riservando l’esemplare bianco alle sue mandrie. Poseidone, scoperto l’inganno, punì Minosse facendo innamorare sua moglie Pasifae del toro; dalla loro unione nacque il Minotauro. I Cretesi, venuti a conoscenza di questi fatti, mostravano perciò le corna a Minosse.
A Costantinopoli la vicenda riguarda un despota, Andronico Comneno, bello di aspetto, ma dal carattere spregiudicato, ambizioso, scaltro, irruento e sciupafemmine. Egli apparteneva alla categoria uomini-bestie, per quanto era spietato; chiunque osasse contraddirlo lo imprigionava. Aveva anche il vizio di abusare di tutte le donne, meglio se sposate e ancor meglio se nobili. Per scherno faceva affiggere sulle loro case e su quelle degli imprigionati delle vistose corna. Quando i Normanni dalla Sicilia giunsero a Costantinopoli chiesero spiegazioni di ciò. Vennero pertanto a conoscenza della vicenda e nacquero le espressioni: “mettere le corna” e “cornuto”. Questi vocaboli furono portati in Sicilia e dall’isola migrarono in tutta Europa.
In copertina: Francisco de Goya, “El aquelarre”.