Società

Cosa ha significato la presenza dei salesiani per me

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I salesiani arrivano a Gioia in un periodo per me molto difficile. Un periodo in cui, finita la scuola e fatti vari tentativi all’università, non sapevo bene che cosa avrei fatto della mia vita da quel momento in poi. Non mi sentivo né carne né pesce. Ero diffidente con tutti e non avevo voglia di intraprendere nuove amicizie o nuovi percorsi. Ero lì, ferma. La Messa, la preghiera, Gesù… c’erano ma non c’erano. Ogni volta che entravo in chiesa sentivo tante voci di ragazzi, bambini, tante risate, calci ad un pallone… ma, in quel periodo, per me erano solo un fastidio. Tante volte mi sono sentita dire “ma perché non provi anche tu ad avvicinarti all’oratorio?”. La mia risposta qual era? “Non ho tempo da perdere”. Perché, in quel momento, sentivo di aver perso tempo, perché, in quel momento, tanti sogni che avevo si erano disintegrati come un castello di sabbia dopo un po’ di vento.

Per un anno e mezzo ho ascoltato, ogni volta che entravo in chiesa, quelle voci e quelle risate, ma solo un giorno ho sentito dentro il mio cuore la voglia di alzarmi e mettermi in gioco, ma non ne ho avuto il coraggio, mi sono subito pentita e sono tornata sulla mia strada o, meglio, su quella che credevo fosse la mia strada.

Tutto è cambiato nei primi giorni di maggio del 2019, quando una ragazza che conoscevo dai tempo della scuola mi scrive per chiedermi se mi va di dare una mano in oratorio per l’esatte ragazzi. Quel messaggio mi ha cambiato la vita. Dopo pochi giorni, ho messo piede per la prima volta in oratorio con il mio bagaglio di paure e problemi. Integrarsi è stato facilissimo perché lì ho trovato una famiglia, che non mi ha più lasciata, ma liberarsi delle paure non è stato affatto facile. Ho iniziato a frequentare l’oratorio nel pomeriggio e ricordo ancora un pomeriggio in particolare in cui le mie paure mi assalivano ma, davanti a me,avevo tanti ragazzini che giocavano a calcio e mi sarebbe bastato giare gli occhi per vederne un altro gruppo ballare. Quel pomeriggio ricordo di aver detto “qui si respira gioia” e di aver capito che la strada che stavo percorrendo negli ultimi anni non mi avrebbe portata da nessuna parte. La prima vera esperienza che ho vissuto in oratorio è stato il triduo a Maria Ausiliatrice. Esperienza che mi ha segnata particolarmente. Era un periodo particolare per me e un po’ difficile anche per via di un piccolo problema di salute. In quel giorno ho tanto pregato, i pensieri erano tanti ma davanti ai miei occhi avevo loro: i ragazzi dell’oratorio. Da quel momento in poi, ho iniziato un percorso in oratorio, ho ritrovato in padre Natale una figura di sostegno, un confessore e una guida. Mi era capitato altre volte di essere parte attiva della parrocchia, in altre occasioni, ma in pochi mesi è sempre svanito tutto. Questa volta è stato diverso perché grazie ai padri salesiani, al loro carisma e all’oratorio, ho avuto il coraggio di stare tra i ragazzi e di amarli, nonostante fino ad allora non amavo stare con ragazzi o bambini e tantomeno ne avevo la pazienza; ho avuto il coraggio di fare nuove conoscenze, ho avuto l’opportunità di confrontarmi, di avere delle guide spirituali nella mia vita e, soprattutto, ho avuto l’immenso dono di accogliere nel mio cuore Don Bosco, Gesù e Maria che sono presenza viva e quotidiana nella mia vita. Io so di non essere mai più sola. In tutto ciò che faccio sento vicino a me Don Bosco, Gesù e Maria. Ogni giorno. E questo non lo avrei mai potuto vivere senza la presenza dei padri salesiani, con il loro carisma e con il loro amore per noi giovani.

È difficilissimo da spiegare, ma a me la presenza dei padri salesiani ha cambiato la vita e mi ha salvata. La loro presenza mi ha riportata sulla giusta via e, soprattutto, mi ha ravvicinata a Gesù. In oratorio ho avuto l’opportunità di poter collaborare, oltre che all’estate ragazzi e a varie attività, al laboratorio di teatro. Non avrei mai pensato di essere in grado di gestire e guidare un gruppo di ragazzi, facendoli anche divertire, imparare e amandoli.

Io che in quel momento non ero in grado neanche di pensare a me stessa, io che avevo mille paure, ho fatto anche questo. E solo grazie alla presenza salesiana. E sono certa che a molti altri ragazzi come me sia cambiata la vita grazie alla presenza salesiana, qui. Io sono rinata e sto ricostruendo poco a poco la mia vita e questo lo devo sicuramente a Gesù che è arrivato a me tramite i salesiani. Senza di loro non so dove sarei adesso e come starei.

Grazie a quella “chiamata” ho dato una svolta alla mia vita. E vorrei con tutto il cuore che la stessa opportunità che è stata data a me non fosse negata a tanti giovani del mio territorio. Perché oggi forse i salesiani possono essere l’unica speranza che abbiamo e un dono per un territorio che già soffre tanto e che ai giovani, purtroppo, non ha molto da offrire. Abbiamo bisogno di una guida, di un posto sicuro che fino ad ora non avevamo mai trovato.

E se oggi amo la vita e ho trovato il coraggio di affrontare le mie paure e riprendere in mano la mia vita lo devo ai salesiani. Se nella mia vita Gesù e Maria occupano un posto centrale lo devo a loro. Se oggi Don Bosco è presenza viva nella mia quotidianità, lo devo a loro. Se oggi sono una persona diversa, lo devo a loro. Se oggi nello sguardo di ogni bambino o ragazzo che incontro vedo l’amore di Dio, lo devo a loro. Se oggi sento il dovere e voglio fare qualcosa affinché la vita di tanti giovani possa essere diversa da quella che si prospetta lo devo ai salesiani.

Prego solo affinché tutto questo non venga mai negato a nessuno. Perché i giovani oggi hanno il bisogno di qualcuno che si dedichi completamente a loro.

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