Territorio

Flora e fauna sui litorali messinesi: un patrimonio ignorato e deturpato

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di Francesco Greco

Ci sono luoghi, spesso quelli che frequentiamo abitualmente, dove i più hanno perso la curiosità di osservare, di stare attenti alle piccole cose, ai piccoli cambiamenti. Allora tutto sembra sempre uguale, poco interessante, ormai banale. Ma in realtà non è quello che ci circonda a essere stagnante: sono i sensi di chi osserva a essere messi in letargo. A spronare i cittadini a guardare le cose sotto un altro punto di vista sono stati i docenti dell’Università degli Studi di Messina prof.ssa Rosella Picone, direttrice dell’orto botanico “Pietro Castelli”, e il prof. Alessandro Crisafulli, del Dipartimento CHI.BIO.FAR.AM. che nello scorso marzo, durante un apposito evento organizzato dalla Pro Loco Messina Sud presieduta da Ivan Tornesi, hanno illustrato il patrimonio della flora psammofila del litorale sud di Messina.

Una passeggiata esplorativa e osservativa sulla spiaggia di Santa Margherita e Galati Marina ha permesso di individuare diverse specie e habitat, tutelati dalla Direttiva 92/43/CEE in materia di conservazione della biodiversità. I litorali sabbiosi sono ambienti naturali difficili, che possono essere colonizzati solo da una vegetazione pioniera altamente specializzata, conosciuta come vegetazione psammofila o vegetazione delle spiagge. Tra le specie che sono state individuate nella passeggiata guidata, troviamo la calcatreppola marittima (Eryngium maritimum), il finocchio litorale (Echinophora spinosa), l’erba medica di mare (Medicago marina), il ravastrello marittimo (Cakile maritima), il giglio di mare (Pancratium maritimum), la cornacchina litorale (Hypecoum torulosum), la gramigna delle spiagge (Agropyron junceum). Altre specie tipiche delle spiagge e caratterizzate da vistose fioriture primaverili come la violaciocca selvatica (Matthiola tricuspidata), il papavero cornuto (Glaucium flavum).

Questo habitat evidentemente ha favorito anche l’inserimento faunistico sul territorio di alcune specie come il Corriere piccolo (Charadrius dubius) e il Fratino (Charadrius alexandrinus), che utilizzano le spiagge per costruire il nido e allevare i piccoli. Questi due animali rientrano tra le specie europee protette poiché maggiormente minacciate dall’estinzione, e la loro presenza sui litorali messinesi è stata documentata a giugno dal naturalista Alessandro Micalizzi e da Maurizio Culici, un residente della zona, che in un video pubblicato su Facebook ha mostrato la disperazione degli pulli, cioè degli animali giovani, e dei loro genitori a seguito della distruzione dell’habitat per via delle ruspe incaricate dal comune di effettuare la pulizia del litorale. Infatti non bastano già gli esistenti pericoli naturali e antropici, legati al cambiamento climatico, all’inquinamento, agli eventi atmosferici, all’erosione costiera, ad altri animali predatori a minacciare queste specie. Da alcuni anni a questa parte, anche il Comune di Messina si è messo di impegno a distruggere tutto per perseguire una pulizia, un decoro e una bellezza artificiali, alla ricerca disperata di una bandiera blu che però prevede anche la tutela e l’educazione ambientale tra i requisiti per la sua assegnazione.

La tutela dell’ambiente e della natura non sono cose che riguardano solo Greta Thunberg o il WWF; è più vicina a noi di quanto crediamo. Ancora una volta, a prevalere sono stati l’egoismo e la prepotenza dell’uomo, preoccupato più da un’ipocrita pulizia di ciò che viene considerata “erbaccia” (ma che in realtà è molto di più) per fare spazio a doccette che dureranno un paio di mesi e ad altri rifiuti (ad esempio cartacce, bottiglie, cartoni della pizza) che ormai abitualmente troviamo sulle spiagge per mano dei tanti bagnanti incivili. Non dobbiamo lasciare intorno a noi un ordinato deserto, ma tutelare habitat ed ecosistemi unici e particolari nel loro genere. Non possiamo permetterci di indugiare. Non possiamo permetterci di continuare a sbagliare, non c’è più tempo per salvare l’unico mondo a nostra disposizione. La natura va tutelata, anche quella sotto casa nostra. Ora o mai più.

Francesco Greco

Foto in copertina: © di Ivan Tornesi

 

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