
All’inizio dell’attività del porto, S.E. Mons. Domenico Crusco, Vescovo della Diocesi, aveva delimitato l’intera area portuale configurandola come cappellania con il nome “Missione cattolica del porto”, nominando cappellano don Domenico Caruso, attuale Rettore della Basilica di Seminara. Nel 2000, a Gioia Tauro, si era costituito un comitato cittadino facente a capo ai professori Giovanni Gangemi e Filippo Marino, i quali presentarono un progetto dell’architetto Francesca Bevacqua a S.E. Mons. Luciano Bux, nel frattempo succeduto a S.E. Mons. Domenico Crusco, alla guida della diocesi di Oppido-Palmi. Il progetto prevedeva la costruzione di una chiesetta e una stele all’interno dell’area portuale che rammentasse “la Madonna dell’Era”, in ricordo della chiesa del villaggio di Eranova, raso al suolo per far posto alla costruzione del porto. Il tutto si limitò alla posa di una grossa pietra sormontata da una croce in ferro, posta di fronte al canale d’ingresso del porto di Gioia Tauro. Negli anni successivi sono stati presentati altri due progetti per la costruzione di una chiesa all’interno dell’area portuale; l’ultimo sembrava quasi fatto con finanziamento e tutto, ma, purtroppo, sino al momento, non è andato “in porto”. Nel 2005, il vescovo Mons. Luciano Bux nominava cappellano del porto don Natale Ioculano, sacerdote che riuscirà, con il suo impegno, nel giro di poco tempo, a creare per la Chiesa cattolica un ruolo in una realtà così grande e spesso sconosciuta come quella portuale. La sua presenza quotidiana e continua ha permesso la nascita e il consolidamento della Stella Maris, “la casa lontano da casa”, per i tanti marittimi che arrivavano in porto. Questo impegno porterà don Natale Ioculano a ricoprire la carica di direttore dell’ufficio nazionale per l’Apostolato del mare e in futuro sarà trasferito a Roma. Don Natale svolgeva la sua missione sulle navi in arrivo al porto, a supporto dei marittimi; per le ricorrenze celebrava nei locali della Capitaneria di Porto e già si sentiva la necessità di creare qualcosa di nuovo, un posto che avesse le sembianze di una cappella e fosse autonomo da tutte le altre realtà portuali. Fu così che in prossimità della Pasqua del 2010, grazie all’impegno di diversi imprenditori operanti nel porto di Gioia Tauro, fu posizionato in prossimità delle caserme e vicino alla croce un container in disuso da adibire a cappella per la messa domenicale. Il 4 aprile del 2010 si celebrò la Santa Pasqua con la S. Messa nel container. Dopo circa dieci mesi, nel gennaio del 2011, al container esistente se ne accoppiò un altro in modo da dare un po’ più di spazio per la piccola comunità che andava formandosi: ai marittimi, infatti, si aggiungevano sempre più persone che trovavano in quella cappella un richiamo per avvicinarsi alla fede cattolica. Nel giugno del 2012, partecipai casualmente alla celebrazione della Santa Messa domenicale, me ne innamorai subito e incominciai a frequentarla. Mi colpiva la semplicità degli arredi e le persone che la frequentavano, incominciò a sbocciare la mia passione per la fotografia, fotografavo tutti gli eventi inerenti alla cappella, tanto che ho la cronistoria fotografica, materiale con cui si potrebbe comporre un bel volume. A Natale del 2012, la piccola comunità organizzò il Presepe vivente serale, formato da grandi e bambini. Per un certo periodo la cappella è stata frequentata anche da una comunità polacca e le letture domenicali venivano fatte anche nella loro lingua; c’erano ragazzi che studiavano la lingua dei segni per sordomuti ed era bello osservarli durante le letture. Nel novembre del 2012, don Natale Ioculano lascia la cappella del porto, viene trasferito a Roma per il suo nuovo incarico all’Apostolato del mare. A don Maino Ciano il compito di traghettare la piccola comunità in attesa del nuovo cappellano che arriverà molto presto. Don Ermenegildo Albanese celebra la sua prima messa il 2 dicembre del 2012 e da allora è sempre alla guida della cappellania del porto di Gioia Tauro. Per un certo periodo, don Ermenegildo è stato coadiuvato nella sua missione da don Giuseppe Mazzù, diacono della nostra diocesi. Tanto tempo è trascorso e la piccola comunità, anche se si è un po’ assottigliata, continua la frequentazione della Santa Messa domenicale e di tutti i riti ecclesiastici del periodo pasquale e natalizio. Ultimamente, grazie al buon cuore di alcuni operatori portuali è stato fatto un po’ di maquillage alla cappella del porto, un po’ di vernice all’esterno per preservare i container dall’aria marina, la creazione di una tenda per la messa estiva e avere la possibilità di seguire messa in uno scenario molto suggestivo: il mare, le navi, le gru portuali, il verde tutto attorno e la fede in Cristo che non ci dovrebbe mai abbandonare.