
Parlerò brevemente del toponimo “Briga” dato, non si sa quando, al nostro territorio.
Sparsi un po’ ovunque, esistono altri centri italiani e stranieri che portano questo nome: Briga Alta, in provincia di Cuneo; Briga Marittima (la Brigue de Nice), aldilà del confine francese, già comune di Cuneo ceduto in gran parte alla Francia con il trattato di Parigi del 1947; Briga Novarese, comune di Novara; tedesco Brig; francese Brigue, città della Svizzera Vallese sul fiume Rodano, stazione di confine italo-svizzero allo sbocco della galleria ferroviaria del Sempione; Briga in Grecia. Ricordiamo, inoltre, che esistono molte località che portano il nome di Briga negli Stati Uniti e persino nella lontana Australia. Anche il toponimo Brescia avrebbe la stessa origine di Briga. Il Donna d’Oldenico sostiene che il termine “Briga” sta per alpe, colle o altura.
La sua opinione trova conferma in Gerhard Herm, autore di un fortunato best-seller sui Celti, antiche popolazioni indoeuropee originarie della Francia orientale e del territorio lungo il fiume Danubio, venuti a contatto poi con altri popoli come i Normanni che conquistarono la Sicilia nell’XI sec. dopo Cristo, dal 1061 al 1091. Quindi, il toponimo “Briga” potrebbe derivare dal celtico tramite i Normanni o gli Angioini, quest’ultimi governarono la Sicilia dal 1266 al 1282.
Le due popolazioni, in epoca medievale, venendo a contatto con i Celti, acquisivano costumi e, in parte, lingua di quel popolo che poi diffusero in Sicilia e Italia meridionale. Secondo altri potrebbe derivare dai celtici “Brucos” o “ Brucus”che significano erica, brughiera o ginestra, quest’ultima abbondante nel territorio. Potrebbe risalire anche al celtico “Briva” che significa ponte. In tal caso, significherebbe luogo di transito o di passaggio tra i due versanti dei monti peloritani, lo Ionio e il Tirreno. Da data immemorabile infatti si svolgeva il 7 settembre di ogni anno un pellegrinaggio verso contrada Crispino, che sorge a Pellegrino, piccola frazione di Monforte S. Giorgio.
I pellegrini partivano alle prime luci dell’alba dai villaggi di Altolia, Molino, Giampilieri, Pezzolo e Briga e a piedi raggiungevano la località attraversando le contrade Casso, Portella degli Agli, Iaddizzi, Tribono e Naga Maiddi, per poi scendere verso Crispino e far rientro a casa a notte inoltrata. Nei pressi di questa località è ancora visibile la grotta, meta del pellegrinaggio, al cui interno fu nascosto il quadro della Madonna per sottrarlo al saccheggio degli Arabi. Si tratta di una meta interessante per la spiritualità.