Territorio

Il bergamotto, l’oro verde della Calabria

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Quando nel 1848 lo scrittore inglese Edward Lear si trovò a passare dallo Stretto di Messina, paragonò subito Reggio Calabria a un “grande giardino colmo di bergamotti, arance e limoni, certamente uno dei posti più belli che si possono trovare sulla Terra.” Son passati diversi lustri da allora e del bergamotto se ne parla ancora. Nel 1844 si documenta la prima industrializzazione del processo di estrazione dell’olio essenziale dalla buccia, fino ad allora ottenuta con un procedimento a mano, fatto con l’uso di spugne naturali. Questo fu possibile grazie a un’originale macchina concepita dal reggino Nicola Barillà, che garantiva una resa elevata in tempi brevi e un’essenza di alta qualità del prodotto. Il bergamotto reggino si coltiva lungo la fascia costiera compresa tra Villa San Giovanni e Brancaleone, sostenuto da un microclima favorevole. L’agrume, conosciuto in ambito scientifico con il nome di “Citrus bergamia”, nato dall’incrocio di limetta, pompelmo e arancio amaro, ha forma sferica e assume, a maturazione completa, il colore giallo con tonalità di verde. Vi sono delle coltivazioni in altre zone del mondo (Costa d’Avorio, Argentina e Brasile), anche se l’essenza ricavata in questi luoghi è di modesto valore e non è minimamente comparabile con quella prodotta nel reggino. La superficie, nella striscia reggina, oggi coltivata a bergamotto è di circa 1500 ettari, con una produzione media annua intorno ai 100.000 kg di essenza. Per ottenere 1 kg di essenza, occorrono 200 kg di frutti. I fiori della pianta sono bianchi (la zagara) e molto profumati, le foglie lucide e sode come quelle dell’arancio non cadono mai. Il bergamotto è coltivato in tre varietà denominate: “femminello”, “castagnaro” e “fantastico”. L’agrume negli ultimi anni ha conquistato uno spazio significativo nei mercati, ma moltissimo ancora si può fare e con un’oculata politica istituzionale, locale e centrale, si potrebbe far decollare completamente il tessuto economico reggino attraverso questo prezioso agrume.

Intanto, grande merito di questa sua popolarità va al prof. Vittorio Caminiti, che intuendone la versatilità d’impiego, negli ultimi 25 anni si è fatto promotore di iniziative e di eventi. Nel 1994 nasce l’Accademia Internazionale del Bergamotto, mentre nel 2008 come naturale prosecuzione del lavoro di main sponsor dell’agrume da parte dell’Accademia, nasce a Reggio Calabria il Museo del Bergamotto con l’intento di far conoscere la sua storia e i suoi diversi utilizzi. Si segnala in particolare l’evento “BergaFest”, organizzato annualmente dall’Accademia per celebrare le molteplici proprietà del frutto; nel corso di questo evento, esperti autorevoli della gastronomia, della medicina, della scienza, dell’artigianato, dell’imprenditoria e dell’industria, s’incontrano per discutere sulle ultime scoperte legate al bergamotto e ai suoi derivati. Frutto di questo certosino lavoro è la designazione di ambasciatori internazionali per far conoscere nel mondo le peculiarità del frutto. Momento importante di ”BergaFest” è rappresentato dalla premiazione ad aziende che si sono contraddistinte nella lavorazione di prodotti a base di bergamotto: nel 2020 sono state premiate il Gruppo Caffo 1915, per avere realizzato la migliore tonica al bergamotto “Miracle 1638”; il “Me Restaurant” di Pizzo (VV), per il “Migliore ristorante di cucina al Bergamotto 2020”; il ristorante “Da Ercole” di Crotone, per avere realizzato il “Piatto della Rinascita 2020, l’Araba Fenice al Bergamotto”; nel 2021 le aziende premiate dal “BergaFest” sono state l’azienda Callipo per la “Confettura al Bergamotto bio”, l’azienda Barilla farmaceutica per “Aroma Parfum”, l’azienda agricola Patea per l’”Amaro Cardus”. Tutti questi riconoscimenti non vogliono essere un momento puramente formale, ma uno stimolo concreto e costante per favorire la diffusione e l’impiego dell’agrume in numerosi ambiti. Fin dall’origine la natura liquida e volatile dell’olio essenziale del bergamotto, ha indotto al felice accostamento del significato letterale tanto di “spirito”, ovvero soffio o respiro, quanto della parola “profumo”, dal latino “per fumum”, per mezzo del fumo, indicante l’emanazione della sostanza odorosa che avveniva per fumigazione di sostanze vegetali.

A differenza di altre fragranze l’olio del bergamotto possiede particolari proprietà che rimandano all’accezione greca del termine πνεῦµα, pneuma: principio vitale di ogni organismo e dell’universo intero. L’accostamento è pertinente, in quanto, come lo spirito anima la materia, allo stesso modo, l’essenza di bergamotto dà vita a degli intensi effluvi odorosi, impedendo alla miscela dei profumi di disperdersi nell’aria. Individuate, pertanto, le mille note aromatiche che ne contraddistinguono la fragranza, sarà più facile capire il motivo per cui questo frutto è definito il principe degli agrumi, fedele alleato nell’arte della seduzione, ma anche della nostra personalità, che esprimiamo attraverso il profumo e gli aromi della cucina. È stato il prof. Caminiti a sdoganare l’impiego del bergamotto in gastronomia, di cui il più importante risultato è stato il piatto degli “involtini di spada con vongole al piccante e insaporiti al bergamotto” e la “Torta Nosside”. Il frutto del bergamotto, si è scoperto, ha anche importanti proprietà curative. Se assunto con regolarità il succo di bergamotto è capace di normalizzare i grassi, i carboidrati ed anche la pressione arteriosa. Le 345 sostanze chimiche del bergamotto gli conferiscono azioni diverse e incisive: proprietà antisettiche, antivirali, balsamiche, riattivanti della circolazione, antireumatiche e antinfiammatorie. Questi brillanti risultati nell’impiego del frutto, sono stati raggiunti anche grazie al prezioso contributo scientifico del prof. Vincenzo Mollace, Ordinario presso la Facoltà di Farmacia dell’Università degli Studi “Magna Grecia” di Catanzaro. Mollace è stato co-promotore del convegno sul “Bergamotto in senso alimentare e nutraceutico”, svoltosi il 24 settembre 2011 presso il Museo del Bergamotto. Bisogna sostenere con iniziative concrete l’intera filiera del bergamotto, coinvolgendo le migliori intelligenze e risorse del nostro territorio. Il bergamotto, infatti, è una grande opportunità per attrarre un ulteriore sviluppo non solo economico nell’area reggina, ma anche sul versante socio-culturale.

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