
Come un boy-scout che, spaventato dopo aver perso di vista il proprio gruppo, ritrova l’accampamento scrollandosi di dosso l’angoscia e (ri)vestendosi di tranquillità, noi, internauti che volteggiamo nello spazio immenso e ignoto della galassia-web troviamo nei social la nostra stazione spaziale. Non vogliamo stare da soli, non vogliamo trascorrere le nostre giornate in compagnia di noi stessi, isolandoci da quel mondo interconnesso ma forse mai realmente coeso. Magari siamo un po’ tutti quel Major Tom di cui cantava David Bowie in “Space Oddity”, quell’astronauta che, dopo aver perso il contatto con il Ground Control era finito per vagare, solo, nello spazio remoto. Connessi ma mai coesi. Connessi ma sempre soli.
Forse soltanto rendendoci conto di questa triste realtà potremmo cogliere il vero significato della nostra vita comunitaria. Non possiamo pensare di vivere in una dimensione collettiva se manca quella soggettiva. Dunque, non vediamoci legati al resto del mondo se, in realtà, il primo anello mancante della catena siamo noi stessi. Dunque, come percorrere questo viaggio interstellare all’interno della nostra persona? Necessitiamo sicuramente di un alleato. Generalmente, in questi casi, si suol dire “c’è bisogno di forze fresche”; in realtà, non è all’attualità né al nuovo che dobbiamo volgere il nostro sguardo, a ciò che è o che sarà, bensì a ciò che è stato. “Passato” non è esclusivamente sinonimo di “giradischi” o “macchina da scrivere”. Semmai, quello è il “vintage”. Il Passato è ben altra storia. La letteratura, il pensiero filosofico e politico, la storiografia e le fondamenta delle scienze moderne trovano origine in quelle realtà da considerare culle dell’umanità e placente del sapere: l’Antica Grecia e l’Antica Roma. La Grecità oltrepassava le differenze legate alle impostazioni socio-governative delle singole realtà cittadine, elevandosi a fattor comune di un miscuglio di popoli, ciascuno con i propri riti, le proprie usanze e tradizioni (quello che oggi gli americani definirebbero “melting pot”).
L’altra faccia della moneta porta le effigi dei sommi Cesari, dei grandi sovrani e regnanti e della Capitale con il suo grande cuore pulsante. Lo Stato è figlio dell’uomo, del suo impegno, del suo pensiero: è il singolo che costruisce e costituisce il collettivo. Dunque, è dall’individuo che comincia il nostro cammino dal sapore dantesco di redenzione, purificazione e comprensione del proprio animo. È un viaggio a ritroso che ci vede protagonisti di un ritorno al passato che profuma di presente e futuro, di cui percepiamo ancora i segni indelebili e mai erosi dal tempo. È esattamente tra le pagine delle opere greco-romane che individuiamo il cambiamento; è, prima di tutto, la conoscenza del passato che ci completa rendendoci ragazzi e ragazze, uomini e donne migliori, forgiando il nostro οἶκος, casa individuale, e, conseguentemente, la nostra οἰκία, casa comune, al fine di rapportarci nel miglior modo possibile con noi stessi e di vivere nella società osservandola con sguardo critico e analitico, mai superficiale né banale e raggiungere quella coesione infinitamente lontana, ai giorni nostri, e raggiungibile solo tramite una rete di solidi valori, non una rete di inganni digitali.
Solo così, probabilmente, completeremo definitivamente la nostra metamorfosi in quel caro Major Tom affermando, con tono consapevolmente fiero, “my spaceship knows which way to go”: “la mia astronave sa in quale direzione dirigersi”.