Società

L’addio dei Salesiani a Gioia. Ma la speranza è l’ultima a morire

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Gioia Tauro perde ancora. Oltre al contributo culturale, economico e sociale aggiungiamo anche quello religioso. Apprendiamo infatti, ormai dato per certo, della partenza dei Salesiani per altre destinazioni. La decisione dell’Ispettore per il Meridione è stata ferma ma le motivazioni, a mio avviso, poco convincenti. La logica del suo ragionamento (chiudere la Missione gioiese per sopperire ad altra situazione precaria sul piano delle risorse umane) può non essere condivisa dai fedeli, quanto più hanno apprezzato, in questi 4 anni, la forte crescita spirituale trasmessa dai padri Salesiani, il loro carisma, la loro determinazione e, infine, una catechesi ricca di contenuti evangelici, all’insegna propulsiva dei valori di Don Bosco. Così, il 30 giugno finisce l’esperienza salesiana, realizzata nella parrocchia di San Francesco di Paola. Posso affermare che si è fatto di tutto perché loro rimanessero. A vario titolo, per la loro permanenza, si sono impegnati con molta determinazione il Vescovo, i parroci, le istituzioni della città e gli stessi fedeli. Occorre sottolineare che numerose e variegate sono state le strade intraprese per una possibile soluzione del problema. Non si è tralasciato nulla, né è il caso di elencare tutte le varie iniziative avviate, per non creare motivi e giudizi frettolosi nell’individuazione di un eventuale “colpevole”. Il ragionamento invece da evidenziare sta all’origine della scelta di collocare i Salesiani in questa parrocchia. Parlo delle modalità. Infatti, il mandato di tre anni, probabilmente, non era sufficiente per un attento ed efficace lavoro di penetrazione sul territorio parrocchiale. La loro permanenza, a mio avviso, doveva essere (come da canone diocesano) di 9 anni perché solo la continuità, la certezza, la conoscenza delle problematiche che afferiscono al territorio possono permettere di portare avanti progetti educativi come l’accoglienza, l’oratorio per i ragazzi, i mestieri, il teatro, la Caritas, l’ascolto e la preparazione dei giovani cristiani alla vita politica: tutto ciò che può incidere su un territorio parrocchiale e cittadino. Ma dobbiamo ancora sperare nella loro riconferma perché, se è imminente la loro partenza, è anche concreta la constatazione di alcuni eventi che si sono verificati in questa parrocchia: come le guarigioni accreditate a San Domenico Savio. Il Signore fa sentire la sua voce per mezzo dei Santi, messaggeri di comunicazione. Sarà un caso ma la presenza dei Salesiani nel nostro territorio ha avuto, lo ribadisco, un esito pervasivo e incisivo nella nostra sofferta comunità. I fedeli devono sperare e avere fede, affinché alla luce di questi eventi prodigiosi ci possa essere da parte dell’Ispettore Salesiano un ripensamento dell’ultima ora. Confidiamo che ciò accada per il bene di tutti.

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