
Scegliere di restare in Calabria vuol dire non rinunciare a costruire il tuo futuro nella terra in cui sei nata e cresciuta, vuol dire senza alcun dubbio preferire una sfida, una sfida al presente, che diventa una speranza per il futuro. La speranza che questa terra, nella quale è più difficile restare che andar via, cambi, affinché i giovani non siano più costretti a cercare altrove prospettive e lavoro. Una terra, ricca di cultura, arte, storia e di bellezze naturali, che ha in sé le potenzialità necessarie per risollevarsi, migliorare, cambiare. In Cgil dal 2006, dopo un anno di servizio civile e l’avvio dello sportello immigrazione, a febbraio del 2014 vengo eletta segretario generale della FLAI CGIL della Piana di Gioia Tauro, a luglio del 2017 segretario generale della CGIL della Piana di Gioia Tauro, riconfermata il 20 ottobre 2018. Prima donna segretaria sia della FLAI che della CGIL territoriale della Piana. Lavorare per la Cgil e nella Cgil non è un mestiere come un altro, ma è -e per me è diventata- una ragione di vita. Nel 1957, nel suo ultimo discorso alla Camera del lavoro di Lecco, Giuseppe Di Vittorio affermava: “la nostra causa è veramente giusta, serve gli interessi di tutti, gli interessi dell’intera società. Quando la causa è così alta, merita di essere servita, anche a costo di enormi sacrifici”. Per questo quando si ha la piena consapevolezza di servire una grande causa, una causa giusta, le difficoltà passano in secondo piano. È la causa che ti dà la forza e ti spinge a continuare, l’amore viscerale per questa terra, l’orgoglio di essere una donna calabrese, una donna del Sud, così come la convinzione, la visione e la certezza di poter ricostruire a piccoli passi un percorso collettivo di consapevolezza, di rivendicazione e dignità del lavoro.
Quando la causa è così alta, merita di essere servita, anche a costodi enormi sacrifici. Organizzare i disorganizzati vuol dire rendere visibili gli invisibili. Unire il mondo del lavoro, al di là della provenienza e il colore della pelle, dare piena applicazione al valore dell’uguaglianza, del rispetto delle regole e della legalità significa far prevalere le ragioni del lavoro e dei bisogni reali delle persone, soprattutto in un territorio come la Piana di Gioia Tauro. Nel corso degli anni, la precarizzazione e la frammentazione del lavoro hanno indebolito e reso milioni di lavoratori ancor più “invisibili”, alimentando fenomeni quali il caporalato, il malaffare e scaricando il costo del lavoro sui settori più fragili e, soprattutto, sui giovani e sulle donne, fino ad arrivare a condizioni di sfruttamento. Da qui nasce la necessità di ricomporre i diritti dei tanti “invisibili” all’interno di una contrattazione inclusiva a livello aziendale, di sito e di territorio, ma anche nella contrattazione nazionale. L’elemento essenziale è proprio quello dei diritti sindacali universali, diritti essenziali per tutti, nessuno escluso. In questo contesto, e ancor di più oggi che la pandemia da Coronavirus ha determinato una crisi senza precedenti sul versante economico e sociale, nella Piana di Gioia Tauro, il nostro fare ed essere sempre più un “sindacato di strada”, impegnato nella contrattazione a tappeto, vuol dire essere presenti dove il lavoro è più precario, frammentato e privo di tutele: un’azione capillare sul territorio, nei luoghi di lavoro o nei posti di ritrovo, negli insediamenti formali e informali, nelle piazze o nelle rotonde dove, seppur con delle differenze rispetto agli anni passati, si tiene il mercato delle braccia al costo più basso. Il sindacato, la CGIL presidio del territorio, che incontra e incrocia situazioni di invisibilità sotto tutti i punti di vista. Ormai da anni, infatti la nostra attività quotidiana sul territorio si avvale di questo strumento d’azione, una pratica allo stesso tempo innovativa quanto antica, una modalità e una sperimentazione fortemente voluta dalla FLAI e dalla CGIL per entrare sempre più a contatto con le lavoratrici e i lavoratori, in particolare con quelli che si muovono ai margini del sistema economico, affinché possano conoscere i propri diritti, le tutele di cui possono beneficiare e godere di più servizi.
In un territorio difficile come quello della Piana, l’esperienza del sindacato di strada, il sindacato che esce dalle sedi tradizionali per andare nei luoghi di aggregazione di uomini e donne che, ogni mattina, vanno in cerca di un’occupazione alla giornata, e che spesso non trovano il tempo materiale o i mezzi per poter venire presso le nostre sedi, diventa, mediante l’utilizzo dell’unità mobile, allestita quale sportello sindacale itinerante, strumento essenziale per l’affermazione dei diritti e delle libertà. Numerose sono state nel corso degli anni le attività sul territorio, tra queste anche l’avvio dello sportello informativo itinerante, punto d’ascolto e tutela su servizi, occupazione e famiglia rivolto alle donne migranti con la volontà di promuovere le politiche di genere e la realizzazione del principio di parità e non discriminazione. L’obiettivo è quello di prevenire e contrastare i fenomeni di emarginazione sociale, discriminazione e violenza sulle donne, potenziando l’attività della CGIL con i servizi territoriali e le istituzioni al fine di garantire un sistema integrato di intervento. Partendo dalla Camera del Lavoro, tutto questo nasce anche dalla volontà di aprire nuovi spazi di socialità e di partecipazione per le donne: spazi reali dove potersi incontrare, “prendere parola”, restituire valore ai propri vissuti diventando parte attiva della vita del territorio in quanto cittadine pienamente titolari di diritti.
Adesso, per evitare che la crisi sanitaria, ora crisi sociale ed economica, non accresca ulteriormente le disuguaglianze bisogna agire con responsabilità e determinazione, rimettendo al centro le persone e i loro bisogni.
Certa del possibile cambiamento, ora più che mai abbiamo bisogno di una visione comune, di prospettive, di esperienze positive, dell’impegno di tutti e per far sì che questo avvenga è necessario che la rete delle realtà sane del territorio diventi sempre più stretta e ricca. Le forme di resilienza e creatività messe in campo negli anni sono la prova delle enormi potenzialità del nostro territorio.