
Si può salvaguardare il territorio, recuperare le tradizioni e creare posti di lavoro… in una sola mossa? Secondo i fondatori della Cooperativa Agricola Costa Viola si può, anzi, si è già fatto.
Una vera e propria scommessa nata come “comunità Slow Food-Zibibbo di Bagnara Calabra” e diventata una vera e propria impresa formata da agricoltori, agronomi, enologi e appassionati di vino e Calabria che hanno messo in piedi una rete in grado di tenere insieme la coltivazione dello zibibbo, il turismo, e l’innovazione tecnologica.
Gramà, Cavajancuja e Brezzolino sono i tre vini IGP che nascono dal recupero dei terrazzamenti che si affacciano sullo Stretto; dalle antichissime armacìe che disegnano il profilo del territorio; dal recupero di un vigneto che stava per essere dimenticato.
Dentro ogni bottiglia, allora, non c’è solo del vino, c’è molto di più. Grazie all’impegno per un’agricoltura di nuova concezione, alla natura a tratti incontaminata della zona e alla posizione panoramica che occupano i terreni della Cooperativa, ci sono tutte le carte in regola per nuove forme di turismo sostenibile e integrato.
In questi anni i soci, molti dei quali appartenenti alle associazioni della zona, hanno riscoperto antichi sentieri, grotte e ruderi che raccontano una storia antichissima.
Dalle prime invasioni dei saraceni fino alla prima guerra mondiale, quel tratto di costa che va da Palmi a Bagnara Calabra, attraversato dai due celebri sentieri – Tracciolino e Francese – negli ultimi anni ha visto un incremento di visite inarrestabile e, da ciò, subito l’idea: mettere insieme il trekking, la riscoperta della storia e l’enogastronomia a km zero.
La Cooperativa infatti, oltre a produrre vino, si occupa di organizzare visite guidate, tour enogastronomici, esperienze sensoriali fatte di immersioni, passeggiate a cavallo e aperitivi al tramonto, su una barca o sdraiati in una delle calette nascoste tra le falesie della Costa Viola.
La primavera è arrivata da pochi giorni, il vino è pronto e le ragazze e i ragazzi della Cooperativa sono pronti a farci assaporare il frutto del duro lavoro di quest’ultima, particolare, annata 2020.
E si pensa già al futuro, per il prossimo anno sarà presentato un vino prodotto da uve che prima di essere pigiate vengono immerse in mare, per dare al prodotto finale quelle caratteristiche organolettiche ricercate ed anticamente riconosciute nelle pregiate uve costiere.
Binomio di tradizione e innovazione in una bottiglia, grazie al quale i calabresi potranno scoprire qualcosa di nuovo e inaspettato e i turisti portare con sé un ricordo indelebile della loro vacanza in Costa Viola.