
Esistono delle “Pompei” ancora da portare alla luce? Si, e anche molto vicino a noi. A Seminara, ogni tanto, nelle campagne affiorano resti di conventi o chiese distrutte dal “grande flagello” (il terremoto del 1783) che sembra non interessino a nessuno, neanche a chi li studia per mestiere. Tutto è tristemente vero; verrà cancellato questa volta dall’incuria umana?
Il convento intitolato a Santa Maria del Rosario si trovava in vicinanza della Porta della Montagna ed era un convento domenicano. Nel 1783 ospitava 14 monaci. 3 morirono sotto le sue macerie. Situato dentro le mura della città, in località Santa Maria della Montagna, fu fondato da Fr. Girolamo Musitano nel 1614, con l’approvazione della Sagra Congregazione e il consenso del Vescovo di Mileto Virgilio Capponi (1613-1631) e della Università di Seminara, a condizione che i frati pagassero la quarta funeraria, come appariva dal documento di convenzione. Nel 1617, fra’ Vincenzo Rodinò fu confermato vicario del Convento. Qui si trovava anche il baccelliere Fra Sisto Giordano da Polistena. Dopo il 1650 il Convento ebbe il Privilegio di tenere anche il Predicator Generale. Infatti, il Capitolo Generale di Bologna del 1706 nominò a tale ufficio per Seminara il P. Fra Giovan Battista Grimaldi. Pertanto, quando Seminara fu distrutta, nel terremoto del 1783, vi erano 170 religiosi regolari più 18 canonici e un arcidiacono curato.
(fonte: “Gli Spinelli e le nobili famiglie di Seminara”, di Santo Gioffrè 1999).
In questo convento, da ragazzo, si formò il Beato Leone (1564-1627), domenicano poi passato ai Cappuccini, filosofo e teologo, fondatore del Monte di Pietà ma, soprattutto, secondo alcuni studiosi, stette per un anno, ospite saltuario, un giovanissimo Tommaso Campanella (1568-1639), che, all’età di 16 anni, si trovava nel monastero di Galatro. Fu lo stesso filosofo a scriverlo quando si trovava a Parigi. A Seminara, seguiva Francesco Sopravia, medico di altissima cultura che teneva lezioni, con gran concorso di uditori, su Aristotele, Leucippo e Democrito.