
Si andava ormai verso la fine di quel 1992, Mons. Francesco Laruffa e Chiara Fumisetto avevano già preso in affitto un appartamentino in via Libertà 29, proprio a ridosso del Duomo di Gioia Tauro, appartamentino che sarebbe diventato la prima sede del volontariato “Lavanda dei piedi” e della Caritas parrocchiale. Avevano già pubblicizzato la cosa con una lettera inviata a diverse famiglie del luogo, in cui chiedevano di diventare “amici” del volontariato e offrire un contributo mensile per sostenere le spese. La presentazione ufficiale alla cittadinanza e ai fedeli avvenne nel corso della celebrazione serale della Santa Messa di Natale, presieduta da Mons. Domenico Crusco, vescovo della diocesi. La signora Fumisetto nel suo intervento chiarì gli scopi prefissati dal nascente volontariato. La prima riunione di tutti i volontari si svolse l’8 gennaio 1993 e quel giorno stesso furono stabiliti i turni con i vari compiti che ciascun volontario andava ad assolvere. Nei suoi primi anni di vita, l’associazione forniva prevalentemente supporto agli anziani e ai meno abbienti. Gli anziani venivano aiutati e monitorati nei loro bisogni quotidiani, con l’acquisto di medicine e della spesa; supportati nelle visite mediche, e la domenica accompagnati a Messa. Per i meno abbienti, già nel lontano 1993 venivano forniti dei pasti caldi, preparati dalle donne del volontariato e supportati dalla Caritas parrocchiale.
L’attività principale della “Lavanda dei piedi” era però quella di fornire assistenza e aiuto alle famiglie con persone diversamente abili, che, di pomeriggio, venivano portate in sede dove, per circa quattro ore, stavano insieme, socializzando, seguite dagli assistenti che svolgevano corsi di alfabetizzazione, disegno e tante altre attività creative. Grazie al contributo di molti benefattori, fu acquistato un furgone per il trasporto dei disabili che, però, a un certo punto, divenne insufficiente e, spesso, ci veniva in aiuto il furgone dei servizi sociali del Comune. Aiuti che, purtroppo, cominciarono a venir meno e, così, fummo costretti a lasciare l’appartamento. Per fortuna, la famiglia Sciarrone ci diede un altro appartamento, su viale Italia, e, per qualche anno, avemmo l’opportunità di continuare con la nostra opera, sino a quando ce ne revocarono l’uso. Eravamo nell’aprile del 2008 e don Francesco Laruffa ci sistemò provvisoriamente nella chiesa di Sant’Antonio, nell’appartamento delle suore che, nel frattempo, per raggiunti limiti di età, erano andate via. A quei locali si accedeva dalla scalinata a destra della chiesa e quei pochi gradini non erano certo d’aiuto, specialmente ai disabili in carrozzella, ma abbiamo tenuto duro, con la forza della volontà. Don Laruffa in primis e i volontari continuavano a chiedere aiuto agli amministratori del Comune per trovare una sede idonea alle nostre esigenze. Finalmente, nel novembre del 2011, il sindaco di allora, Renato Bellofiore, ci sistemò provvisoriamente nei locali della ex biblioteca di piazza Duomo, meglio conosciuta come “Casa del contadino”. Locali bellissimi, in pieno centro, di fronte al Duomo e adatti alla nostra attività.
A distanza di un anno, esattamente il 2 novembre 2012, al termine della messa al cimitero officiata da Don Laruffa, Bellofiore lo informò che dovevamo liberare i locali perché si doveva procedere alla demolizione per costruire l’attuale “Urban Center”. Nel giro di pochi giorni, diffusa la notizia, si crearono dei comitati contrari alla demolizione della “Casa del contadino”, ma fu tutto inutile e l’associazione si trovò nuovamente senza una sede. Per un po’ di tempo don Francesco ci sistemò nei locali della “Casa del fanciullo”, lo stesso sindaco Bellofiore, nel giro di pochi mesi, il 2 agosto 2013, ci assegnò un locale confiscato sulla via Sarino Pugliese ed è li che tutt’ora abbiamo la sede del nostro volontariato.
“La lavanda dei piedi” si sta avvicinando ai 30 anni di attività. In questo periodo, causa Covid-19, si è fermi ma si spera di poter ripartire il più presto possibile e dare quel contributo alla comunità che sino ad ora è stato dato. In questo lungo percorso, abbiamo perso tanti soci, che hanno concluso la loro vita terrena, abbiamo perso anche il perno principale dell’associazione, Mons. Francesco Laruffa, che dopo una vita dedicata alla guida della comunità cattolica gioiese, se n’è andato quasi in sordina. Ed è nel ricordo della loro memoria che la “Lavanda dei piedi” deve continuare la propria attività nel dare aiuto e supporto ai bisognosi.