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Di fulmini di metallo e piste narrative

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Qualche anno fa vidi un’intervista a Franco Lucentini in tv. A un certo punto l’intervistatore gli chiese come mai fosse così difficile ambientare un romanzo di fantascienza in Italia. Lui diede una risposta molto ironica, dicendo che se ci fosse stato uno sbarco degli alieni in America sarebbero accorsi l’FBI e i reparti speciali dell’Esercito, avrebbero chiuso l’area con il filo spinato e gli elicotteri avrebbero sorvolato l’area con i loro riflettori puntati dappertutto. Se invece il medesimo sbarco fosse avvenuto in Italia, sarebbero arrivati i carabinieri in macchina, che poi avrebbero allertato il brigadiere, che a sua volta avrebbe allertato i suoi superiori che per correttezza avrebbero avvisato l’assessore, il sindaco, la giunta, la quale si sarebbe chiesta se avvisare o no anche l’opposizione, con tutto il problema dei conflitti di competenze ecc ecc.

Insomma, in Italia il gusto per la commedia è talmente connaturato che sarebbe davvero difficile contaminarsi con una struttura narrativa fantascientifica, che per sua natura ha bisogno di un grado di iperrealismo molto elevato per poter essere creduta.

Quello che però Franco Lucentini non poteva considerare era la presenza della Protezione Civile.

Da circa due anni a questa parte infatti è successo qualcosa. Cioè gli episodi della potenziale caduta di frammenti del razzo cinese in alcune aree del Mezzogiorno hanno posto al centro un nuovo topos narrativo che conserva tutti gli ingredienti di una storia di fantascienza ambientabile anche in Italia: c’è il presagio di un’apocalisse, tipico dei libri di fantascienza, e soprattutto c’è l’elemento a mio avviso più difficile e cioè l’invenzione di un linguaggio narrativamente credibile per raccontare un episodio simile. Cioè un linguaggio che riesca a essere burocratico, freddo, preciso e nel contempo assurdamente emotivo (“sta succedendo qualcosa di incredibile”). Sotto quest’ultimo aspetto ci viene incontro la Protezione Civile, che ha saputo produrre alcuni comunicati che secondo me costituiscono le Tavole della Legge per chiunque voglia cimentarsi in una storia di fantascienza ambientandola alle nostre latitudini. Il primo comunicato è quello uscito a maggio del 2021, e proviene dalla Protezione Civile della Sardegna (va tenuto in considerazione che poi i comuni che hanno recepito questo comunicato si sono a loro volta cimentati con altri che hanno arricchito la letteratura embrionale sul tema. Consiglio per esempio di leggere i comunicati del comune di Afragola o del comune di Palermo).

Leggiamo un estratto del comunicato della Protezione civile della Sardegna del maggio 2021, simile a tanti altri:

Il 29 aprile scorso è stato lanciato in orbita il primo modulo di una stazione spaziale della Repubblica Popolare Cinese. Sembra che il secondo stadio del lanciatore sia stato lasciato in un’orbita bassa da cui è previsto decadrà in atmosfera nelle prossime ore. Lo stadio ha una massa di circa 18.000 kg, una lunghezza si circa 32,2 m e un diametro di 5,0 m. Sulla base dell’ultimo comunicato dell’Agenzia Spaziale Italiana, emesso alle ore 21:01 del 7 maggio 2021, la previsione di rientro sulla terra del vettore PRC CZ-5B R/B è al momento stimata per le ore 02.24 ore locali del 9 maggio, con una finestra temporale di incertezza di ± 6 ore. In questo arco temporale, sono tre le traiettorie di caduta dei frammenti che potrebbero coinvolgere l’Italia, all’interno della fascia di dispersione che interessa porzioni di nove regioni del centro-sud. La finestra temporale e le traiettorie di impatto al suolo saranno soggette a continui aggiornamenti perché legate al comportamento del vettore PRC CZ-5B R/B e agli effetti che la densità atmosferica e l’attività solare imprimono su questo”.

Ecco, direi che c’è tutto in embrione. Lo pseudo linguaggio tecnicistico (“vettore”); il riferimento politico che richiama la letteratura fantascientifica durante la guerra fredda (“La Repubblica Popolare Cinese”. Che bisogno c’è di specificarlo, quando tante altre volte la si chiama “Cina”? Perché quando è un partner commerciale, la si chiama Cina, quando crea problemi, si sollecita l’immaginario comunista). Ci sono le informazioni tecniche, determinanti in un racconto di fantascienza proprio per garantire quell’iperrealismo a cui accennavo prima (significativo è l’orario: “21:01”, perché quel minuto in più è garanzia di affidabilità antitaliana: è grazie a queste molliche di testo che si realizza quel distacco tra lettore e protagonista del racconto, quel mantenere le corrette distanze che impedisce al lettore di pensare che a occuparsi della questione ci sia il parente scansafatiche, cosa che farebbe virare tutto sulla commedia. No, affinché si scriva “21:01” vuol dire che lì c’è uno bravo. Forse quel compagno di classe che è andato a studiare fuori). C’è infine l’elemento di incertezza, il fulmine di metallo che piove dall’alto, non più per volere divino ma per volere cinese.

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