
Il successo del 72° Festival della Canzone Italiana è passato praticamente per la bocca di tutti, ma lo confermano anche i dati che registrano un 64,9% di share, con un aumento di 10 punti rispetto lo scorso anno, risultato tale da far parlare di un Amadeus-quarter alla conduzione e direzione artistica.
Un evento che mette in piedi una macchina organizzativa gigantesca, che lavora mesi prima, con numerose e svariate figure professionali, per permettere alla competizione musicale, ormai sempre di più show-varietà, di andare in onda in maniera impeccabile.
Dietro le quinte abbiamo scovato un giovane messinese, uno di quegli ingranaggi irrinunciabili, senza il quale niente sarebbe stato possibile, lo abbiamo raggiunto per farci raccontare la sua esperienza.
Andrea Palano, classe 1996, è un giovane musicista, che è arrivato nella città dei fiori con alle spalle 8 anni di conservatorio Corelli di Messina in pianoforte classico, una specializzazione in didattica della musica e in attivo un corso di pianoforte jazz.
Ma la svolta è arrivata quando al già ricco curriculum ha aggiunto una specializzazione in trascrizione degli spartiti.
Infatti, seppur Sanremo si stia avvicinando sempre di più verso un format show-varietà, la musica, eseguita da un’orchestra di 70 elementi, resta indiscutibilmente al centro della scena. Tra gli strumenti immancabili in mano all’orchestra ed ai maestri di musica ci sono gli spartiti.
I non addetti ai lavori potrebbero pensare che ogni artista, musicista o maestro provveda da sé, ma invece non è così. È qui che entra il gioco il lavoro del copista e in questo caso di Andrea.
Già dalle prove, che hanno inizio a Roma a dicembre, è necessario lavorare alla scrittura dei 25 brani corrispondenti agli artisti in gara, ogni spartito, redatto su misura partendo dalle indicazioni del maestro, richiede all’incirca 2 ore di lavoro, spartito che poi viene adattato ad ogni strumento presente in orchestra. Si potrebbe pensare che fatto questo finisca tutto. Ma in realtà le prove, oltre ad essere un banco di verifica, si rivelano anche uno strumento di affinamento, miglioria o suscitano ulteriore creatività, trasformando in alcuni casi il brano presentato, in un brano in continua fase di rivisitazione.
“Lo spartito per alcuni artisti in gara è cambiato almeno 5 volte – ci racconta Andrea – ma immagina anche l’ansia di non avere confermato fino all’ultima sera il materiale definitivo per qualche ospite”. “In altre occasioni è capitato che all’ultimo minuto un cantante ha voluto cambiare tonalità, ho dovuto modificare totalmente lo spartito”.
Bisogna restare sempre in allerta quindi
“Si sente tantissimo il peso della responsabilità, bisogna essere precisi, veloci e capire al volo ciò che viene richiesto, portandolo a termine. Basterebbe una nota sbagliata o un taglio fatto male per bloccare tutto”.
Immagino sarà stata un’esperienza straordinaria
“Mi sono trovato immerso nel mio mondo, nella mia passione, è stato bellissimo ma anche stancante per via dei ritmi serrati e i controlli covid stringenti. Nonostante ciò, ho imparato tantissimo, è stato come andare ad imparare un lavoro da un artigiano come si faceva una volta, in conservatorio non si fa tutta questa pratica. Ho letto tantissima musica e ne esco arricchito per esperienza e per tutto ciò che le persone che mi erano attorno, super professionali, mi hanno trasmesso”.
Cosa hai visto da dietro le quinte?
“Amadeus è di una professionalità e gentilezza con tutti straordinaria, la candidatura per la quarta conduzione è meritata”.
“Fiorello è uno showman nato, riesce a fare tutto improvvisando, tanto che ho avuto difficolta a capire quando stesse lavorando e quando no, credo sia uguale sia fuori che sul palco. Sul gobbo non aveva scritto niente!”.
“Gianni Morandi, nonostante l’età, ha preservato una fresca fanciullezza, è una persona che ama uscire per fare una corsetta e pratica attività fisica. Metterei la firma per arrivare alla sua età con quel carico di energia!”.
“Achille Lauro mi è sembrata una persona timida, quasi in contrasto con la personalità e il personaggio costruito. Forse ha anche fede, visto che gioca su questo argomento. Lui mi è sembrato diverso da palco a backstage”.
Cosa ti è piaciuto e cosa cambieresti di Sanremo?
“Del Festival mi piace che è riuscito a dare un buon spaccato di musica pop italiana, con artisti eterogenei, sia quelli provenienti dal mondo discografico classico, sia chi viene più ascoltato sulle piattaforme streaming. Questi ultimi dimostrano come chi lavora su internet non sia di serie B, internet ormai è una vetrina e un’opportunità per tutti, non sinonimo di qualità più scarsa. Forse è pure sbagliato mettere in competizione la musica, perché non vince la musica migliore, ma quella che raccoglie più consenso. Di Sanremo proverei a cambiare la scaletta degli artisti, cercando di dare uguale opportunità a tutti, ho visto artisti salire sul palco sempre dopo le 23, questa è una penalizzazione rispetto chi si esibisce in prima serata.”
Grazie Andrea, i nostri migliori auguri per la tua carriera!
Ricambio, magari in futuro ci vedremo a Sanremo, servono bravi giornalisti in sala stampa!