
All’inizio del 1943, l’Italia si trovava allo stremo, la situazione su tutti i fronti di guerra era, praticamente, senza controllo. Il re l’aveva detto a Mussolini quando, prima di ordinarne l’arresto, lo convocò a Villa Savoia in Roma: “Caro Duce l’Italia è in tocchi. L’esercito è moralmente a terra. I soldati non vogliono più battersi.” Nei primi due anni di guerra la R.A.F. martella, giorno e notte, le città del Nord, spingendosi raramente a sud di Firenze, ma con l’arrivo degli Americani (estate 1942) s’intensificarono i bombardamenti su tutto il territorio italiano e sulle regioni meridionali in particolare. Nessuna città, grande e piccola, del Sud venne risparmiata. Così se Napoli fino al 4 dicembre 1942 aveva subito solo sei incursioni, da quella data ne subì quasi 200, mentre la Calabria meridionale, a cominciare da Reggio, colpita per la prima volta il 27 gennaio 1943, venne martellata in continuazione, a ondate successive prima dagli Americani, che partirono dalle basi libiche e algerine e poi dagli Inglesi, che decollarono da Malta. Da gennaio 1943 si può dire che i nostri avi ebbero la guerra in casa. Gli Alleati attestatisi in Africa settentrionale e padroni del Mediterraneo erano intenti a preparare uno sbarco in Sicilia. Per scoraggiare e colpire la popolazione civile iniziarono una serie di bombardamenti su tutta la Penisola. In questo modo il 1943 diventò per gli italiani l’anno delle bombe, dell’oscuramento, degli sfollamenti. A tre anni dall’entrata in guerra dell’Italia si videro solo sconfitte, umiliazioni ma soprattutto perdite umane spaventose.
Le direttive degli Alleati circa la strategia dei bombardamenti prevedevano lanci di bombe diurni e notturni che poi corrispondevano, nell’ambito delle due massime autorità politiche e militari alleati, a due specifiche strategie. I due responsabili del Bomber-Command alleato erano il Maresciallo dell’aria sir Arthur Harrisdella RAF britannica e il generale Ira Eaker dell’8° Army Air Force americana. Gli americani continuavano a credere fermamente, come nel 1942, nell’efficacia dei bombardamenti diurni di precisione da alta quota, anche se i fatti dimostrarono che solo una esigua percentuale delle loro bombe colpì effettivamente i bersagli specifici, mentre la percentuale più alta fece scempio di abitazioni civili o si disperdeva in modo vano. Gli Alleati iniziarono a bombardare la Calabria già dal gennaio 1943 con incursioni su Catanzaro (25.1), Reggio Cal. (27.1), piccoli centri come Amantea, Cittanova, Gioia Tauro (20.2) e poi Cosenza (1.3), Vibo Val. (12.4), Paola (11.6), e ancora a Reggio Cal. (ben due volte in luglio) fino allo sbarco sul suolo calabrese del 3 settembre.1
«Il 20 febbraio 1943, mentre il sole stava per tramontare, aerei nemici venendo dal mare, passarono sopra Gioia Tauro e Cittanova, lasciando cadere bombe. Si videro prima delle nuvole di polvere sollevarsi da terra ed un istante dopo si sentirono scoppi fortissimi che fecero tremare le case. Gli aerei procedettero ordinati ad angolo, senza fretta come in una esercitazione e pareva che non ci fosse relazione tra essi e gli ordigni che scoppiavano a terra, cagionando morti e rovine”.
A Gioia Tauro, alle ore 17,25 di quel brutto giorno, un’incursione aerea nemica (angloamericana), confondendo la segheria Caratozzolo con un obiettivo militare, lanciò 5 bombe che procurarono danni al Duomo per lo spostamento dell’area e distrussero diversi fabbricati, compreso la sopra citata segheria (zona Monacelli), causando, purtroppo, la morte di moltissime persone.2 Tra i primi ad accorrere vi furono il Podestà avv. Antonio Cordopatri ed il vice comandante delle guardie municipali cav. Rocco Toscano, nonché un nutrito gruppo di soldati della vicina guarnigione che cercavano da dare un primo aiuto ai feriti. (Un giovane portava adagio in una carriola il padre, Francesco Caratozzolo, titolare della segheria, sanguinante con la mandibola inferiore che gli pendeva sul petto. Lo portava – era ancora vivo – alla ricerca disperata di un medico, di uno dei pochissimi medici che avevamo in paese; una corsa pietosa e senza speranza). I defunti ricevettero l’Estrema Unzione, essendosi portati, subito, sul posto il parroco don Pasquale De Lorenzo ed il sac. Giuseppe Minà.3

Gli esiti dei bombardamenti nel quartiere Monacelli
Il Bollettino n. 1002 del 21 febbraio 1943, recitava solamente così: ” II Quartier Generale delle Forze Armate comunica in data 20 febbraio: … sono state sganciate alcune bombe in Calabria sulle località di Amantea, Gioia Tauro e Cittanova. Alcune vittime fra la popolazione civile …”
«La Stampa» del 25 febbraio 1943, in un trafiletto a fondo pagina, riportava l’elenco ufficiale delle vittime degli ultimi bombardamenti e per quel che riguarda le tre cittadine calabresi indicava 21 morti e 20 feriti ad Amantea; 32 morti e 50 feriti a Gioia Tauro e 60 morti e 100 feriti a Cittanova. L’ordine perentorio era quello di minimizzare le perdite e dimezzare il numero delle vittime. Anche il «Corriere della sera» del 10 aprile 1943 accennava al bombardamento delle tre cittadine calabresi, mentre nel numero del giorno dopo si diffuse ampiamente sul bombardamento di Crotone.4

Modello di aereo che ha efettuato i bombardamenti
Il 20 marzo fu celebrata una solenne messa in memoria di tutte le vittime delle incursioni del 20 febbraio, presenti i familiari e le Autorità. La popolazione gioiese, dopo il bombardamento, cercò di “sfollare”, essendo, Gioia Tauro, un posto pericoloso per la presenza dei ponti, delle stazioni ferroviarie e del mare; molte famiglie si stabilirono nelle campagne o in altri paesi. Nel luglio del 1943 lo sfollamento si intensificò, ma molte persone non intendevano allontanarsi da Gioia. Nel frattempo le autorità militari insistettero che il paese fosse sfollato completamente, perché il pericolo della guerra, giorno per giorno, diventava più minaccioso; finalmente, dietro insistenze del colonnello comandante, di stanza a Gioia, il primo agosto quasi tutte le famiglie sgomberarono le case per andare in lidi più sicuri. Alle ore 13,40 del 4 agosto, improvvisamente, senza allarme, gli apparecchi nemici bombardarono la stazione, dove era fermo un treno carico di benzina, di nafta e un vagone di munizioni. Il treno iniziò ad incendiarsi e dopo mezz’ora il fuoco arrivò al carico di munizioni che scoppiò con grande fragore, causando molti feriti nel personale militare che, trasportati all’Ospedale di Iatrinoli (Taurianova), in parte morirono. Tra i civili vi fu un morto, pochi feriti gravi ed alcuni leggeri. Per i danni subiti dallo spostamento d’aria la chiesa parrocchiale di S. Ippolito Martire, venne, di nuovamente chiusa al culto. Il 5 agosto 1943 lo sfollamento delle famiglie, a Gioia, era completo; restavano pochissime persone, tra questi il sac. Giuseppe Saccà ed i carabinieri. Gli uffici comunali furono trasferiti a Villa Cordopatri. Il 9 agosto anche l’ufficio parrocchiale si trasferì nel vicino comune di Rizziconi, dove si era riparata la maggior parte dei fedeli della Parrocchia.
Per le poche persone rimaste in paese, con il sac. Giuseppe Saccà, restava aperta al culto la chiesetta di S. Antonio5. Fino alla fine di agosto i bombardamenti, a Gioia, continuarono specialmente alla stazione, sui ponti, ferroviari e stradali del fiume Petrace, e specialmente sulla spiaggia di Gioia Tauro, per le zattere che facevano servizio con la Sicilia; in quelle occasioni le bombe causarono danni alla Chiesa di Maria SS. di Porto Salvo e distrussero alcuni fabbricati vicini.6
Alle ore 11,00 del 5 settembre entrarono, a Gioia, le truppe alleate ed innalzarono le bandiere (americana ed inglese) sul palazzo del Fascio, dove si insediò il comando militare. Il 7 settembre l’arciprete De Lorenzo, dalla vicina Rizziconi, dove si era sfollato con una buona parte dei fedeli, ritornò in Parrocchia e fece omaggio al comando militare alleato, presieduto da un Tenente che parlava bene l’italiano e si mostrò molto deferente verso l’autorità ecclesiastica. L’8 settembre 1943 divenne operativo l’armistizio, firmato segretamente a Cassibile (SR) qualche giorno prima, ed il 15 successivo l’ufficio parrocchiale ritornò a Gioia, riprendendo la sua attività parrocchiale nella chiesa di S. Antonio che non aveva subito alcuno danno. Nel mese di ottobre si iniziarono i lavori di riparazioni al Duomo e alla canonica. I fedeli risposero con le loro offerte per i lavori, che vennero eseguite in economia.7
Trent’anni dopo il luttuoso 20 febbraio 1943, l’Amministrazione Comunale, in ricordo delle vittime innocenti del bombardamento, fece installare, sul muro di una delle case distrutte e poi ricostruite, una lapide in marmo che recita “Nel lento pomeriggio, incombendo l’immane conflitto in questo popoloso e pacifico quartiere bombe nemiche, sinistramente sibilando, seminarono distruzione, lacerazione, morte. La Civica Amministrazione, nel trentennio del luttuoso evento, pose auspicando all’umanità tutta lustri interminabili di pacifica convivenza”. Che sia di sprone, specie per le giovani generazioni che non hanno conosciuto l’orrore della guerra, e non dimentichino mai la storia della propria città, meditando sul valore della vita e l’amore per il prossimo.
Bollettino del Comando Supremo delle Forze Armate n. 1002 – 21 febbraio 1943 1.
Nel settore meridionale del fronte tunisino si è svolto un combattimento fra carri armati nel quale nostre unità corazzate, appoggiate dall’aviazione, con immediato contrattacco hanno frustrato l’azione nemica. Nostri velivoli si sono portati su Tripoli di Siria e Beirut bombardando, depositi e raffinerie di petrolio. Aerei avversari hanno sganciato bombe su Napoli causando danni non gravi ad edifici civili: tra la popolazione sono stati finora accertati 119 morti e 332 feriti. Altra incursione ha avuto luogo su Palermo: pochi feriti. Quattro dei velivoli attaccanti, colpiti dal tiro delle artiglierie contraeree italiane e germaniche, precipitavano: due in mare, uno a 11 km. da Palermo ed il quarto in località Brancaccio. Inoltre sono state sganciate alcune bombe in Calabria sulle località di Amantea, Gioia Tauro e Cittanova. Alcune vittime tra la popolazione civile. Due aerei risultano pure distrutti dalle batterie della difesa mentre sorvolavano Porto Empedocle.
Se quantifichiamo quell’espressione eufemistica «alcune vittime» il bilancio è impressionante: 103 morti e più di 200 feriti a Cittanova; 45 morti e un centinaio di feriti a Gioia Tauro; 26 morti e circa cento feriti ad Amantea. Danni materiali ingentissimi: 150 case distrutte e almeno una cinquantina gravemente lesionate a Cittanova; un intero quartiere – quello di Monacelli – completamente cancellato a Gioia Tauro; un ponte, alcune strade e moltissime case ad Amantea. Su Cittanova, nel tardo pomeriggio di un tranquillo sabato di febbraio (ad Amantea c’è un sole tiepido) piomba una squadriglia di 9 (o 10) aerei americani, che sganciano 23 bombe e una trentina di spezzoni seminando morte e distruzione.***
Report della Missione
MISSION # 33 Sabato 20/02/43
HOME BASE LG 139 Deserto libico (Benina)
22 OBIETTIVO (TARGET) NAPOLI. Italia
ORE di VOLO previste per questa missione: 10:00 tour totale 353: 10
RIUNIONE (BRIEFING) h. 09:45 – DECOLLO 12: 20 – ATTERRAGGIO (RIENTRO) h. 22:20 BOMB LOAD 9-500 lb. TARGET TIME Dusk BOMBING ALT. 18000’ – NUMERO di AEREI impegnati: 9-B24 (del nostro Gruppo) più 18 (98° gruppo) e 12 (93° gruppo)23. RISULTATI : Buoni colpi, andati a segno … sono stati osservati fuochi – AZIONE NEMICO Luce, ma preciso fuoco antiaereo … niente combattimento, nessun contrasto. – ALTRE OSSERVAZIONI: Salita a 22000 piedi; poco prima di raggiungere la punta d’Italia … Ci siamo ricongiunti con il 98° Stormo ed il 93° Stormo vicino a Napoli, per un totale di 39 aerei in formazione. L’obiettivo primario, Napoli, aveva una solida copertura nuvolosa. Gli aerei sono tornati verso sud e hanno sganciato bombe sui bersagli secondari, Crotone (una fabbrica chimica). Dopo aver attraversato montagne innevate e scendendo a 18.000 piedi, abbiamo mantenuto come obiettivo l’Italia meridionale. Altri obiettivi secondari colpiti: Amantea, Rosarno, Nicotera, Palmi e a circa 15 miglia a est di Rosarno, due cittadine non ancora identificate. Il Gruppo ha raggiunto il Mediterraneo al chiaro di luna ed è riuscito ad atterrare in tutta sicurezza. Tutti gli equipaggi sono rientrati. In sede di Rapporto, ci è stato detto che gli aerei tedeschi avevano colpito Tobruk quella sera … si potevano sentire esplosioni di bombe da qui … A quel che risulta, tre bombardieri tedeschi sono stati abbattuti.
I comandanti dei Gruppi, nei loro Rapporti sulla missione (“Sortie Report”) del 20 febbraio 1943, forniscono un quadro un po’ più dettagliato delle operazioni condotte. In particolare il comandante Lents scrive:
“A questo punto mi sono diretto verso sud…. perché il bersaglio freddo non può essere localizzato a causa del tempo nuvoloso. Sono salito fino a 30.000 piedi… ho sganciato le bombe rimanenti su quello che sembrava essere un campo militare sito a circa 15 miglia a est di Rosarno, in Italia. Ho fatto saltare in aria gli edifici e sono scoppiati degli incendi. Ho visto 5 navi al largo della costa di Raw alle 19:20 in direzione nord.” Il Capitano Pierce parla di un’incursione su “una cittadina non identificata”, anche il Cap. Miehlberg sostiene di non aver potuto colpire l’obiettivo stabilito e di aver sganciato alcune bombe su una cittadina non identificata, che, però, secondo i suoi calcoli, doveva essere Gioia Tauro. I Capitani Robert Abram, Charles Neal, Ralph Ferree e Wesley Egan, tutti del 345° Gruppo, scrivono di non aver potuto colpire l’obiettivo principale e di aver sganciato il carico residuo su due cittadine calabresi non identificate, ma non aggiungono altri particolari. La Relazione Generale che il Comandante del 376° th, Col. George F. McGuire, consegna il 1° marzo 1943, chiarisce tutte le difficoltà incontrate dalle squadriglie nel corso della missione e, soprattutto, nella fase di rientro.”
Elenco delle vittime del bombardamento del 20 febbraio 1943 a Gioia Tauro:
1) BERTONI LUCIO SALVATORE FU GIUSEPPE E FU CIOPPI TERESA NATO A GIOIA TAURO DI ANNI 54.
2) TRIPODI MARIA ROSA DI GIUSEPPE CARMELO E DI STILLITANO CARMELA NATA A GIOIA TAURO DI ANNI 25.
3) TRIPODI GIUSEPPE DI FRANCESCO E DI FU TRIPODI MARIA ROSA NATO A GIOIA TAURO DI ANNI 2.
4) STILLITANO MARIA FU ANTONIO E FU SPIZZICA DOMENICA NATA A MONTEBELLO JONICO.
5) RAVESE MARIA EUFEMIA FU AGOSTINO E FU INFANTINO ROSARIA NATA A S. EUFEMIA DI ANNI 51.
6) CARATOZZOLO FRANCESCO FU FRANCESCO E FU MINUTOLO MARIA NATO A BUENOS-AIRES DI ANNI 52.
7) CARATOZZOLO MARCELLO CIRO FU FRANCESCO DI CARRESE FORTUNATA NATO A GIOIA TAURO DI ANNI-10.
8) CARATOZZOLO FRANCO ANTONIO DI VINCENZO FU RAPPOCCIOLO CANDELORA NATO A GIOIA TAURO ANNI.2.
9) PEDA’ PAOLA DI GIUSEPPE E FU LABATE CATERINA NATA A GIOIA TAURO DI ANNI 37.
9A) PEDA’ CARMELA DI GIUSEPPE E FU LABATE CATERINA DI ANNI 48.
10) VERSACE EZIO DI MATTEO E FU PEDA’ CARMELA NATO A GIOIA TAURO DI ANNI 4.
11) MACRI’ FILIPPO DI NICOLA E FU MANCO DOMENICA NATO A VIBO VALENTIA DI ANNI 36.
12) MARANDO GIROLAMO DI ANGELO E DI ROMEO CATERINA NATO A RIZZICONI DI ANNI 13.
13) MARANDO ADELAIDE DI ANGELO E DI ROMEO CATERINA NATO A GIOIA TAURO DI ANNI 8.
14) FAZIO ANTONINO DI GIUSEPPE E DI D’ANGELO MARIA NATO A MILI SAN MARCO DI ANNI 15.
15) SACCA’ CAROLINA……………………………………………NATA A GIOIA TAURO DI ANNI 50.
16) MARANDO CARMELA DI ANGELO E DI ROMEO CATERINA NATA A GIOIA TAURO DI ANNI 6.
17) IERANO’ ANTONIO DI VINCENZO E DI ZAPPIA MARIA NATO A RIZZICONI DI ANNI 22.
18) TRIPODI GIUSEPPINA DI ANTONIO E DI ALAMPI MARIA NATA A GIOIA TAURO DI ANNI 4.
19) PORCINO ANTONIA DI PIETRO E DI CRUCITTI FORTUNATA NATA A REGGIO CALABRIA DI ANNI 28.
20) PENNESTRI’ MARIA DI FORTUNATO E FU PORCINO ANTONIA NATA A GIOIA TAURO DI ANNI 4.
21) PENNESTRI’ DIEGO DI FORTUNATO E FU PORCINO ANTONIA NATO A GIOIA TAURO DI ANNI 2.
22) CAPPELLACCIO FORTUNATO DI PAOLO E FU ZAPPALA’ ANTONIA NATO A REGGIO CALABRIA DI ANNI 17.
23) CAPPELLACCIO FRANCESCA DI PAOLO E FU ZAPPAGLIONE ANTONIA NATA A REGGIO CALABRIA DI ANNI 15.
24) CAPPELLACCIO GRAZIA DI UMBERTO E DI TRIPODI FRANCESCA NATA A REGGIO CALABRIA DI ANNI 5.
25) ZAMPAGLIONE ANTONIA FU GIOVANNI E FU FOTI FRANCESCA NATA A MONTEBELLO IONICO DI ANNI 42.
26) PIRILLI ANTONIA DI ANTONINO E FU SACCA’ CAROLINA NATA A GIOIA TAURO DI ANNI 17.
27) PIRILLI MARIA CONCETTA DI ANTONINO E FU SACCA’ CAROLINA NATA A GIOIA TAURO DI ANNI 10.
28) STILLITANO CARMELO PAOLO DI PIETRO E DI GULLACE CONCETTA NATO A GIOIA TAURO DI ANNI 9.
29) SEMINARA ANTONIO DI FRANCESCO E FU RANIERI FRANCESCA NATO A GIOIA TAURO DI ANNI 20.
30) SCARAMOZZINO FRANCESCA CARMELA DI ANTONINO E DI FALLARA PAOLA NATA A FOSSATO DI ANNI 40.
31) AVELLINO CATERINA DI FRANCESCO E FU MICARI GIROLAMA NATA A GIOIA TAURO DI ANNI 24.
32) TRINCHERA VINCENZO DI FRANCESCO FU AVELLINO CATERINA NATO A GIOIA TAURO DI GIORNI 19.
33) TRINCHERA ANTONINO DI FRANCESCO E FU AVELLINO CATERINA NATO A GIOIA TAURO DI ANNI 6.
34) TRINCHERA FRANCESCA DI FRANCESCO E FU AVELLINO CATERINA NATA A GIOIA TAURO DI ANNI 5.
35) TRINCHERA SALVATORE DI FRANCESCO E FU AVELLINO CATERINA NATO A GIOIA TAURO DI ANNI TRE
36) STILLITANO TOMMASO SALVATORE DI CARMELO E DI STILLITANO FORTUNATA NATO A GIOIA TAURO ANNI. 8
37) STILLITANO FAUSTA DI CARMELO E DI STILLITANO FORTUNATA NATA A GIOIA TAURO DI ANNI 6.
38) STILLITANO MARIA DI CARMELO E DI STILLITANO FORTUNATA NATA A GIOIA TAURO DI ANNI 9.
39) STILLITANO LEANDRO DI GIUSEPPE E FU FOLLACA EUGENIA NATO A GIOIA TAURO DI ANNI 11.
40) MICARI GIROLAMA FU GIACOMO E FU CERTO CATERINA NATA A GIOIA TAURO DI ANNI 50.
41) CARATOZZOLO FORTUNATA BIANCA MARIA DI VINCENZO E FU RAPPOCCIO CANDELORA NATA A GIOIA TAURO DI ANNI 1.
42) ROMEO MARIA DI VINCENZO E DI LONGO GIROLAMA NATA A GIOIA TAURO DI ANNI 16.
43) BARBARO ANTONINO FU DOMENICO E DI FAMA’ FRANCESCA NATO A GIOIA TAURO DI ANNI 53.
44) RAPPOCCIOLO CANDELORA DI ANNUNZIATO E FU IACOPINO DOMENICA NATA A MELITO PORTO SALVO DI ANNI 22.
45) CAMPITELLI BRUNO DI VALENTINO NATO A VOLTERRA DI ANNI 27, MORTO IL 4 AGOSTO.
46) CUPPINI FEDERICO DI ELIO E DI GOVONI FLORA NATO A BUSSOLENO DI ANNI 24, MORTO IL 12 LUGLIO.
47) CANGEMI FRANCESCO DI FU DOMENICO E FU D’AGOSTINO CATERINA NATO A CITTANOVA DI ANNI 81, MORTO L’11 AGOSTO.
48) RACITI CARMELO GIUSEPPE FU CARMELO E DI CORSINO GIUSEPPA NATO A GIOIA TAURO DI MESI 8, MORTO IL 12 AGOSTO.
49) FURCI FRANCESCO DI FERDINANDO E DI ANASTASIO FRANCESCA NATO A RIZZICONI DI ANNI 8, MORTO IL 21 AGOSTO.
50) CARERI MICHELE FU GIROLAMO E DI BELCASTRO GRAZIA NATO A GIOIA TAURO DI ANNI 43, MORTO IL 6 SETTEMBRE.
51) NICOLETTA VINCENZO DI FU ROCCO E DI FORMICA MARIA GIUSEPPA NATO A GIOIA TAURO DI ANNI 36, MORTO IL 6 SETTEMBRE.
52) FLORIMO ANTONINO DI LUIGI E DI MAUGERI TERESA NATO A GIOIA TAURO DI ANNI 16, MORTO IL 6 SETTEMBRE.
53) SPADARO GIUSEPPE DI FRANCESCO E DI ZAGARI ANNUNZIATA NATO A GIOIA TAURO DI ANNI 12, MORTO IL 7 SETTEMBRE.
54) SITA’ NICOLA ANTONIO FU GIUSEPPE E FU FAZZARI CATERINA NATO AD ANTONIMINA DI ANNI 39, MORTO IL 9 SETTEMBRE.
55) LA ROSA MARIA ROSA DI GIUSEPPE E DI PULITANO’ ANNA MARIA NATA A CITTANOVA DI ANNI 30, MORTA IL 9 SETTEMBRE.
56) FLOREAN PIETRO——————————————————MORTO IL 9 AGOSTO.
57) COCCHI GIUSEPPE ………………………………………………MORTO IL 9 AGOSTO.
58) CASSONE MICHELE FU SEBASTIANO E DI CASTAGNA CONCETTA NATO A GIOIA TAURO DI ANNI 37, MORTO IL 13 SETTEMBRE
59) MORABITO SERAFINA FU ANTONINO E FU BOVA GRAZIA NATA A GIOIA TAURO DI ANNI 71, MORTA IL 13 SETTEMBRE.
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1 Roberto Musi – “Amantea amanteani eventi ricordi”
2 Il pomeriggio di quel 20 febbraio del ’43 era uno dei tanti pomeriggi di sempre e la gente era impegnata nelle proprie attività giornaliere, indifferente al grido delle sirene che avvertivano di correre ai rifugi per il sopraggiungere di formazione aerea nemica. Tutto scorreva tranquillo e nessuno poteva prevedere che quell’ora sarebbe stata fatale per molti, e l’inizio di un lungo periodo di giustificato terrore e della fuga della popolazione verso i paesi dell’interno della Piana di Gioia Tauro, le campagne circostanti o verso il nord …. Chi in quel sabato alle cinque della sera si trovò a curiosare nel cielo per contare, come al solito, il numero degli aerei che avanzavano sul paese, vide venire giù, l’uno dopo l’altro, degli oggetti affusolati che scendevano quasi sibilanti e qualche istante dopo si udì il boato di esplosioni tremende: avevano tentato di centrare il ponticello sulla strada ferrata ad un centinaio di metri dalla stazione o avevano voluto fare saltare la grande segheria del signor Caratozzolo scambiando i capannoni per un obiettivo militare …. Sul luogo del bombardamento: fumo, rovine, morte, pianti, grida, lamenti di feriti; uno spettacolo agghiacciante per tutti. ( Antonio Orso – Gioia Tauro – 20 febbraio 1943)
3 Mons. Pasquale De Lorenzo – Cronistoria della Parrocchia d9 S. Ippolito Martire DAL 1924 AL 1963
5 Mons. Pasquale De Lorenzo – Cronistoria della Parrocchia di S. Ippolito Martire DAL 1924 AL 1963
6 Successivamente, alla fine degli anni sessanta, il parroco don Peppino Minà riuscì, per motivi bellici, ad ottenere un finanziamento per la ristrutturazione della Chiesa. – “Ministero dei LL.PP: – Provvedimento regionale alle OO.PP. per la Calabria – Ufficio del Genio Civile di Reggio Calabria – Opera dipendenti da danni bellici (legge 10/08/1950 n°784) – Lavori di riparazione e parziale ricostruzione della Chiesa “Santa Maria di Portosalvo nel Comune di Gioia Tauro.”
7 Mons. Pasquale De Lorenzo – Cronistoria della Parrocchia d9 S. Ippolito Martire DAL 1924 AL 1963