
Al centro della baia tra Capo Scaletta e Capo Ali, posizionato sulla sommità di una collina, si erge il Castello di Scaletta, una costruzione fortificata costruita nel XIII sec. ed anche conosciuta come Castello Rufo Ruffo, dal nome dell’ultima famiglia che lo ebbe in potere. Difficilmente accessibile, ad eccezione del lato Est, sul quale è stata ricavata una via d’accesso, ovvero una mulattiera, che congiunge ancora oggi, come in passato, la marina all’edificio. Il Castello di Scaletta domina, con la sua elegante costruzione medievale, l’ingresso a Sud dello stretto di Messina. Sullo stesso lato Est, su una zona leggermente più spianata, venne realizzata nel ‘600 una fortezza a pianta esagonale anche conosciuta come “la batteria” che, intitolata a “San Placido”, rese la costa ancora più sicura. La probabile edificazione del Castello di Scaletta, voluto secondo la tradizione in quella posizione dominante da Federico II di Svevia, si data intorno al 1200, là dove doveva appunto già esistere una Torre di avvistamento. La tradizione vorrebbe anche che Federico II abbia voluto il castello in quella precisa posizione, perché al suo interno dovesse rifugiarsi con una delle sue cortigiane preferite. Un siffatto posto oltre che estremamente strategico, poteva allora risultare anche estremamente romantico per le sue scappatelle amorose. Una volta costruito, l’arroccato complesso fu dato dall’Imperatore in custodia a Matteo Selvaggio; questi lo lascia in eredità al figlio Giovanni Selvaggio che a partire dal 1240 diventa signore del castello e delle terre di Scaletta; a sua volta questi lo passa al figlio Matteo e alla bella figlia Macalda, andata successivamente in sposa ad Alaimo da Lentini. Nel 1325 il Castello viene concesso da Pietro II d’Aragona a Peregrino di Patti, cancelliere del Re. Nel 1397 il Castello e le terre di Scaletta vengono concesse a Salimbene Marchese, resosi tristemente famoso per la sentenza di morte pronunziata contro il Vicario del Regno Andrea Chiaramonte, che per altro lo aveva mantenuto agli studi giuridici a sue spese. Nel 1535 fu ospite di Scaletta l’imperatore Carlo V d’Asburgo, reduce dalla strepitosa vittoria ottenuta contro i musulmani a Tunisi. Nel 1672 il Castello e le terre di Scaletta furono vendute da Francesco Ventimiglia ad Antonio Ruffo Spadafora. A partire da questo momento il castello verrà tramandato di padre in figlio all’interno della famiglia Ruffo che darà appunto il nome definitivo, quello con cui il castello oggi conosciuto, fino a quando, nel 1969, la stessa famiglia non deciderà di donarlo al comune di Scaletta. Il Castello di Scaletta, ha attraversato i secoli ed è arrivato fino ai giorni nostri, mantenendo pressocchè inalterate la forma e le linee originarie. Persino la tortuosa recinzione che lo avvolge e lo accompagna lungo la scarpata dal basso fino alla sommità, non lo ha nascosto alla vista ed i terremoti che hanno colpito l’isola, (ricordiamo fra tutti l’ultimo gravissimo del 1908), non hanno scalfito il solido organismo architettonico, che trae la sua forza e la sua stabilità, dalla resistente roccia calcarea su cui è stato costruito. I maggiori danni, invece, gli sono stati inflitti dallo stato di totale abbandono in cui il Castello è caduto nell’ultimo secolo, prima che un imponente intervento di restauro, ne riconsolidasse le forze e lo rendesse nuovamente accessibile e visibile al pubblico. Attualmente il Castello ospita un museo etno-antropologico. Divise nelle svariate sale, l’eterogeneo patrimonio comprende, oltre numerosi documenti cartacei riguardanti il territorio e la famiglia Ruffo, armi e armature dal Trecento al Seicento, divise borboniche, medaglie, oggetti artigianali e fotografie storiche.