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Il ritratto di Dorian Gray

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In questo romanzo Wilde si oppone al puritanesimo vittoriano con un’autentica vocazione allo scandalo e oppone i suoi atteggiamenti paradossalmente eccentrici e il disordine di una vita che conosce un processo per omosessualità, la prigione e la miseria. Pubblicato nel 1890 è senz’altro il classico del decadentismo in Inghilterra. La vicenda si svolge nella città di Londra: da un lato una Londra altolocata, delle persone perbene, dall’altro la Londra povera dei bassifondi. Da questo si può addirittura pensare che Wilde abbia preso spunto da altri autori, quale Dickens e De Quincey. Dorian è un giovane bellissimo; quando un suo amico pittore, Basil Hallward, gli mostra il ritratto che gli ha fatto, egli stesso rimane affascinato e turbato dalla propria bellezza, e formula un augurio: che la vita e le sue vicende non lascino alcuna impronta sul suo viso, ma piuttosto riservino i segni della propria decadenza al ritratto, soprattutto dopo aver ascoltato le parole dell’amico Lord Henry: “La gioventù è l’unica cosa che valga la pena di avere… la bellezza è una forma di genio perché non richiede spiegazioni…”. Dorian allora si dà a una vita di piaceri senza scrupoli, si disfa di tutti coloro che ritiene inopportuni: dalla giovane innamorata Sibyl Vane, che abbandona, e dall’amico Basil, che uccide per il disappunto di sentirsi rimproverato. Ciò nonostante il suo volto continua a restare quello di un bellissimo adolescente; Ma il ritratto finirà per diventare lo specchio della sua anima piuttosto che del suo corpo. Ne viene fuori un’immagine dissoluta e malefica, contro la quale egli si avventa. Ma colpire il ritratto è colpire sé stesso. Facendo analisi del rapporto tra l’amico e pittore Dorian, si capisce benissimo che si tratta di un rapporto alquanto insolito e morboso, soprattutto da parte di Basil nei confronti del protagonista. Proprio per questo il romanzo è stato considerato uno dei primi romanzi in cui la componente omosessuale è implicita, non dichiarata. Lord Henry è sposato, anche se la moglie non si vede e il divorzio da lei arriva quasi come una liberazione: Dorian stesso inizialmente sembra perduta d’amore per Sibyl Vane, ma subito dopo si imbarca in una serie di relazioni, non sempre con donne. Infine Basil: egli è dichiaratamente scapolo, e la passione per Dorian viene presentata come la sola nella sua vita. I rifacimenti alla componente omosessuale si trovano anche nell’etimo (se così si può dire) dei nomi. Ne è un esempio il nome di Dorian Gray, che vuole essere un omaggio a John Gray, giovane poeta, amico e forse amante di Wilde. Per un po’ lui e Grey furono una coppia ufficiale, e Grey si firmò gioiosamente “Dorian” in più di una lettera inviata all’esteta. Comunque la cosa più importante è che risulta molto evidente per rapporto arte- vita risolto con il prevalere della prima componente sulla seconda: la vita è concepibile e ha un senso solo se si realizza in forma estetica, in culto della bellezza… al di là di ogni valutazione di bene e di la bellezza afferma i suoi diritti! La morale che ne viene fuori è che ogni eccesso, così come ogni rinunzia, reca la propria punizione. Ad esempio, il pittore che venera troppo la propria bellezza fisica, come la maggior parte dei pittori, muore per mano di uno nella cui anima ha creato una vanità assurda e mostruosa. Dorian Gray, che ha condotto una vita di mera sensazione piacere, cerca di uccidere la coscienza, e in quel momento uccide sé stesso. Insomma ne viene fuori un epicureismo d’accatto, che fallisce perché contaminato da una vita sordida. Il libro è certamente l’espressione più alta e significativa dell’autore.

@FscoGreco

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