
Dai racconti di Lucia Scopelliti la chiesa di Zafferia è collocata nella piazza centrale del paese ed è intitolata a S. Nicolò di Bari protettore del paese. L’edificio religioso, costruito nel 1935, su terreno offerto dalla famiglia Ciancifara, non ha uno stile architettonico ben definito, ha una sola campata e un campanile sulla destra della facciata che però ha le più belle campane di tutto il circondario, quando suonano è veramente la Voce della Chiesa, la gioia della festa. Sulla facciata del campanile si può ammirare la semplicità, l’essenzialità e la precisione dell’orologio Capanni. Sostiamo ai piedi della scalinata, fuori dall’inferriata che circonda il perimetro della chiesa e cominciamo ad ammirare l’attuale portone di bronzo che ha sostituito il vecchio e ormai poco funzionale portone di legno; la realizzazione è stata affidata al maestro Trifirò Domenico . In alto la finestra, che dava solo luce, è stata sostituita con una vetrata dell’artista Trapani Mariella: (in alto: S. Maria Odigitria; in basso: a sinistra S. Sofia, a destra S. Nicola di Bari). Entrando dal cancelletto, sulla destra, C’è il cortile, dove i bambini possono giocare, i giovani s’intrattengono, e qui si svolgono tutti i momenti di convivialità, celebrazioni, feste, eventi, in attesa di costruire l’oratorio che sarà il fiore all’occhiello di tutta la comunità. A sinistra, sempre guardando dalla piazza, c’è una grotta con una statua della Madonnina, appena si entra c’e un’antiporta e due file di banchi di legno; gli uni e l’altra sono stati donati al tempo di p. Ettore, solo due o tre decine di anni fa. L’acquasantiera come il battesimale e tutti gli altari appartenevano alla Chiesa Madre situata nell’antico quartiere della Chiesa Vecchia. Dando le spalle all’altare, a destra del portone vediamo una lapide che ricorda l’Anno Santo nel 1989; la barretta di legno ricoperta in foglia d’argento risale al ‘600 e su di essa è posta la statua di S. Rocco, restaurata con la generosità di una famiglia; segue un altare semplice sul quale è posta la statua di S. Giuseppe, sebbene il paliotto porti il simbolo di S. Rocco. A seguire, su un altro altare è collocato un quadro raffigurante il martirio di S. Sebastiano a firma del Paladino. L’organo, moderno, è stato donato da una famiglia di Zafferia. L’altare del Crocefisso, di autore ignoto, e stato restaurato durante la presenza di P. Gigante. Quando l’hanno riappeso alla parete, stupendamente bello, aveva un luccichio d’oro che non faceva staccare gli occhi da quel viso. L’altare maggiore non è l’originale perché è stato più volte rimaneggiato. Quando questa chiesa è completata, gli altari furono trasportati poco a poco, perché dovevano essere smontati e poi rimontati, quest’operazione richiese tempo, perciò fu data la priorità al più prezioso e monumentale degli altari, quello di S. Sofia, che fu sistemato come maggiore, bella raffigurazione della Crocifissione, autore il Subba, a P. Riccardo è sembrato logico darle la giusta collocazione, tanto più che il paliotto di quest’altare porta l’effige dell’Addolorata. Non poteva mancare un altare dedicato a Sant’Antonio col Bambino. L’altare di S. Sofia, è stato commissionato da una delle principesse Asmundo De Cesira proprietarie della contrada, dove sorgeva la chiesa madre. Sono mosaici policromi raffiguranti fiori, uccelli e decori che si armonizzano tra loro creando un gioco di colori veramente bello. Di questa fattura quasi ogni chiesa custodisce un altare, perché in quel periodo era un lavoro molto diffuso e richiesto, direi di “moda”. L’immagine della Santa, è disegnata su legno e inoltre ha una manta d’argento che la ricopre rivestendola con un mantello riccamente cesellato, opera di argentieri massinesi; la manta è esposta. L’altare di S. Nicola è semplice e su di esso c’è una bella statua lignea del ‘600, restaurata fine anni ’80. Accanto, sulla parete è appesa una lapide in ricordo del primo Anno Santo 1967, privilegio che ci è stato donato e che avviene tutte le volte che il giorno dell’Annunciazione, 24 marzo, coincide col Sabato Santo. Sul sito della parrocchia di Zeffaria si trovano spiegate le norme per lucrare l’indulgenza, quando ci è stato donato e perché, e quando ricadrà la prossima coincidenza.