
Ricordo che da ragazzo era uno strazio, passando dalla Via Nazionale di Santa Margherita, dover vedere questa chiesetta in totale stato di abbandono, con crolli, cumuli di macerie e di immondizia che gli incivili vi riversavano. Per questo luogo di culto non abbiamo rinvenuto una data certa di costruzione, ma dagli archivi Mallandrino è presente uno scatto fotografico di Filippo Cianciafara del 18°sec. Un’altra testimonianza storica è stata registrata dal Prof. Giuseppe Finocchio che l’aveva visitata nel 2013, anno degli ultimi crolli secondo le cronache, riportando un’iscrizione che citava l’anno 1741: “D.O.M. … BONIFA (cite) SANC. VIR… NOBILIS VIRTUTIS//… PRAECLARISSIMA PIETATEM QUAM…// ACCEPTIT NUMQUAM AMISIT CUIUS… PORTUS SALUTIS EREXIT ILL. D CESAR BONIFA (cite) DECORAVIT ILL. D. CAROLUS BONIFACITE ANNO 1741”. Questa ci da notizia di un intervento completo, sia per le strutture che per la parte decorativa, da parte della famiglia De Bonifacite, che molto probabilmente permise alla Chiesa di resistere al terremoto del 1783. In merito all’origine del culto della madonna di Porto Salvo a Messina, per il quale nel 1565 venne istituita un’importante confraternita così scrive il Samperi: “volendo i marinai messinesi, nocchieri, e padroni, cosi di vascelli grossi, cosi come di navili piccoli, e feluche, pigliare un qualche santo tutelare le loro persone, e legni come quegli, che in prima scioglievano i loro voti alla madonna di porto salvo, la cui divotissima imagine era nel monasterio di S. Chiara, di cui a suo luogo si ragionerà, si risolsero d’edificare un oratorio particolare a proprie spese, sotto il medesimo titolo, nel quale potessero essendo in terra, finite le loro navigazioni, esercitarli nelle opere di christiana pietà, e fosse la b. vergine la protettrice, e la stella tramontana ne’ loro viaggi, facendo a lei parte de’ guadagni delle marinaresche fatiche”.
La chiesetta, nella storia recente, verrà attenzionata da P. Pati, da sempre impegnato nella cura degli ultimi, dei senza tetto, degli orfani, delle ragazze madri presiedendo l’Ass. S.Maria della Strada, dopo lo scioglimento della matassa che vedeva più di 20 proprietari e usucapionari, ne diverrà proprietario tra donazioni e acquisti, ma solo nel 2017, dopo la ristrutturazione, è stata possibile ridonarle dignità con il ritorno all’integrità strutturale e alla funzione religiosa.