
Il simbolismo di questo frutto è piuttosto ambiguo: se ci riflettiamo un attimo, da sempre la mela rappresenta per certi versi l’abbondanza, l’amore, la femminilità e la fecondità ma, in una sorta di rovescio della medaglia, anche la tentazione, la lussuria, la perdizione e l’inganno, come anche tanti gli esempi di mele illustri. Se per un verso forse non tutti conoscono la mitica Isola delle Mele, ovvero Avalon (in bretone “aval” significa mela), luogo magico dove pare sia sepolto Re Artù, nessuno di noi invece ha difficoltà a ricordare sia la mela tentatrice offerta dal serpente ad Eva nel paradiso terrestre sia quella causa dell’avvelenamento di Biancaneve nella fiaba dei fratelli Grimm. Fra storie vere, storie inventate e leggende potremmo ricordiamone insieme qualcun’altra. Rammentate cosa capitò ad Isaac Newton quando, accidentalmente una mela gli cadde in testa? L’evento (verificatosi intorno al 1665) gli fece comprendere che il moto della Luna e quello del frutto erano riconducibili alla medesima forza, “suggerendogli” cosi la legge della gravitazione universale. A proposito di mela e di testa non possiamo non accennare alla dolorosa storia in cui il leggendario eroe svizzero Guglielmo Tell, mentre passava per una pubblica piazza ignorò il cappello simbolo dell’autorità imperiale fatto issare in cima ad un’asta e che doveva assolutamente essere riverito da chiunque passasse. Chỉ non s’inchinava rischiava la confisca dei beni o addirittura la morte: siccome Tell non riverì il cappello si ritrovò nei guai. Il giorno dopo venne citato in piazza e davanti a tutti dovette giustificare il suo agire. In cambio della vita gli si impose la prova della mela che, posta sulla testa del figlioletto Gualtiero, avrebbe dovuto essere centrata dalla freccia della sua balestra. Tutt’altra enfasi, forza e passionalità permea di sé ed emana la famosa mela d’oro, chiamata anche della discordia, offerta da Paride a Venere (che gli aveva promesso Elena), probabile causa indiretta della guerra di Troia. Non vorrei tediarvi ma, considerando che tutto o molto almeno nella vita di ogni giorno è impegno e fatica, sappiate che persino Ercole in una delle sue dodici fatiche (l’undicesima per l’esattezza) ha incontrato delle mele sul suo cammino. L’eroe ha dovuto portar via dei pomi d’oro da un albero che si trovava all’interno del Giardino delle Esperidi (leggendario luogo della mitologia greca), custodi to dal drago Ladone e dalle tre ninfee Egle, Erizia ed Esperaretusa (figlie del titano Atlante). L’ultimissima piccolissima curiosità il nome “pomo d’Adamo” sembra abbia origine da una credenza popolare: un boccone della mela mangiata da Adamo gli rimase incastrata in gola, originando cosi la nota sporgenza. Forse adesso ci risulterà più agevole dare il giusto peso e rispetto a una profumata e colorata mela pensando che da oggi, guardandola, possiamo ripensare a quante storie stiano racchiuse fra quattro polposi e genuini spicchi, non solo simbolo della moda tech fondata da Steve Jobs.
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