
Lucia Scopelliti ci ha raccontato che da adolescente ha scoperto che quella Madonnina che tanto amava non apparteneva solo ai devoti di Zafferia, ma anche altre chiese vicine custodivano, un quadro o una statua di S. Maria Odigitria. Fu una delusione, tanto che si mise a cercare meglio questo “fenomeno” per superarla.. La Madonna di Dinnammare è un’Odigitria, due paesi confinanti vissuti tra gelosie, amori e…storielle antiche legate alle feste paesane! Nel 1980 si trovava a Roccavaldina, c’è un antichissima chiesa non aperta al culto, chiedendo di visitarla si è scoperto che dentro vi è custodita una statua lignea di S. Maria Odigitria e da uno scritto si scopre che si festeggia il 22 agosto, a Zafferia si festeggia in settembre. A Roma, intorno al 1600, era da poco concluso il processo per i fatti della famiglia Cenci con la decapitazione di Beatrice, e il rogo in cui arse Giordano Bruno, fu in questa cornice storica piuttosto travagliata che un gruppetto di animosi cittadini oriundi siciliani si dà Convegno per un nobile scopo che con queste ispirate parole viene fissato sulla carta: “Nel Nome di Padre et Nostro Signore Gesù Christo Suo figliuolo et Spirito Santo, siamo qui congregati per dar principio a quell’opera che la Maestà divina ci ha spirato, di fondare un hospitale sotto la invocatione di Santa Maria d’Ttria di Costantinopoli, special patrona et advocata della nostra Natione siciliana, di tutti i Siciliani che in questa città di Roma vengono, per voti o per devotioni, o per altri negotij ot affari, havendo noi visto con affetto chi per necessità e chi per altre disgrazie capitar male, e per soccorrere a tanto bisogno già uniti e ben disposti a seguitare cosi necessaria opera”. Una congregazione molto povera che cominciò ad avere il suo futuro con don Matteo Catalano di Palazzolo Acreide, un ecclesiale operante a Roma che fece dono di alcune sue case dove fu ricavato un oratorio, e di Antonio Lo Duca di ideatore e propugnatore della trasformazione in chiesa dell’immensa aula centrale delle antiche terme di Diocleziano, impresa effettivamente realizzata da Michelangelo che né ricavò la splendida basilica di S. Maria degli Angeli e dei Martiri in piazza Esedra e che ha un legame con S. Maria Odigitria dei Siciliani Cefalů I5 febbraio 1594 col Breve Apostolico “Pastoris Aeterni” del Papa Clemente VIII, l’Arciconfraternita prende ufficialmente l’attività attorno a quest’oratorio. Da quei pioníeri, in quella che allora era una viuzza, via della Madonna di Costantinopoli, oggi famosa e trafficata via del Tritone, sorge uno splendido santuario che custodisce l’immagine della Vergine detta “Odigitria”, “Guida nel cammino”, patrona della Sicilia, Madre guida e protettrice dei Siciliani lontani dalla loro terra. Per il quarto centenario dell’ Arciconfraternita (1594 1994) si sono mobilitati artisti del calibro di S. Fiume per S. Lucia; S. Milluzzo per S. Agata; M. Bardi per S.Rosalia; G. Migneco per papa S. Leone II; E. Greco un medaglione di bronzo con l’Odigitria. Per l’occasione è stato eseguito dopo tre secoli lo Stabat Mater del musicista siciliano Emanuele d’Astorga; è stata pubblicata, e subito esaurita, un’opera in due volumi” La Chiesa di Sicilia dal Vaticano I al Vaticano II”. Mons. Marra ha fatto dono di una tela di S. Eustochia, e ogni anno Contestualmente a noi Messinesi si festeggia la Santa anche nel santuario a Roma, cosi come per S. Rosalia e S. Lucia. L’Odigitria, indica la via, il cammino. E’ bellissimo pensare che la Madre Celeste nei nostri momenti di disagio, di sconforto, di solitudine è pronta a rasserenarti e illuminare il cammino. Puoi credere o no, ma tutti abbiamo avuto bisogno della mamma che ci guidasse. A Zafferia alla fine della guerra si portò in processione il quadro di S. Maria Odigitria perché facesse ritrovare la strada ai soldati che l’avevano smarrita, ai tanti prigionieri, sbandati. Molti ritrovarono la strada di casa, dove li aspettavano genitori, mogli, figli, altri trovarono la strada del Padre guidati dalla Madre Celeste.