In un caldo pomeriggio d’estate ho incontrato il pittore Orazio Cacciola, classe 1955 originario di Briga Marina, al ritrovo “De Luca”, divenuto in via eccezionale la sua gallaria d’arte permanente.
Nel suo curriculum la vincita dell’Expo Arte Pisa, numerose esposizioni in giro per l’Italia, ma quella di cui va più fiero è stata nella piazza di Giampilieri Superiore, nella quale ha potuto usare la sua arte come strumento di riscatto per un territorio martoriato, sopratutto a seguito della tragica alluvione del 2009.
Come ha vissuto la pandemia e che effetti ha avuto nella sua produzione artistica?
La pandemia è stata una cosa bruttissima, un momento di fermo, non avevo espressioni da dare. Il Covid, con tutta la preoccupazione che ha diffuso, mi ha provocato un blocco artistico.
Qual’è il suo stile e cosa cerca di comunicare?
Adotto uno stile particolare, vedo i paesaggi a modo mio, gioco con il mio modo di interpretare le luci e i colori, anche guardando un paesaggio notturno riesco a immaginare colori sgargianti.
Le tecnica che usa?
Pittura acrilica e olio.
Quando e come inizia l’esposizione da De Luca?
Don Pietro una quindicina di anni fa, sollecitato dal Caffè Barbera, mi chiese di realizzare l’installazione che si trova sopra al bancone. Da li poi iniziai ad arricchire tutto il bar e divenne esposizione permanente dei miei quadri.
Cosa rappresenta per lei De Luca?
Per me è un’istituzione. La sua produzione artigianale è al di sopra di tutti, anche dei più rinomati bar magari solo perchè si trovano in centro città. Con Don Pietro c’è un rispetto unico, ricordo ancora quando da ragazzino mi chiedeva di andargli a comprare le sigarette e mi lasciava aprire la cassa per prendere i soldi.
Cosa rappresentano i quadri che vediamo qui esposti?
Sono tanti gli argomenti perchè non mi soffermo su un unico tema, vado a ruota libera, dove mi porta la mia immaginazione. Spesso inserisco elementi riconducibili a Briga Marina, come lo scoglio.
Sulla parete ad est è possibile vedere una grande tela che rappresenta il giorno di festa qui a S.Paolo, con i giochi pirotecnici in spiaggia, anche se era di sera, al buio, questo nel quadro non si nota perchè uso solo colori allegri.
Sulla parete ad ovest puoi vedere tanti quadri più piccoli, ritratti di donne con forme scomposte, le mie forme non sono mai perfette, ho avuto il mio periodo in cui mi son dedicato maggiormente ad una tecnica fotografica, poi ho ricercato qualcosa di più e mi sono dato alla scomposizione. In un’altra tela rappresento in una figura, colorata di rosso, la forza del lavoro umano.
In una tela blu rappresento le mareggiate, ma non in forma pesante, sono eventi che seppur nefasti con il tempo ci si abitua e ci si convive.
In un quadro rappresento una sera di luna piena vista dalla spiaggia, al centro di un onda e lo scoglio di Briga.
Adesso si parla di “ripartenza post covid” vale anche per lei?
Si. Le recenti vittorie sportive tral’altro sono state una forte iniezione di buon umore, credo abbiano fatto bene a tutti. Bisogna ripartire e alla grande, meglio di prima. Io adesso faccio delle tele sempre più grandi, come se volessi recuperare quanto non ho fatto prima.
La pandemia ci ha costretto a pensare solo alle cose più strettamente necessarie per la sopravvivenza, forse l’arte è stata messa da parte in questa situazione?
Spero ci si renda conto di quanto sia fondamentale per la vita. L’arte è rinnovarsi, in tutte le sue forme, nelle canzoni, nella lirica, nella pittura. Non se ne può fare a meno.
Per l’ultima parte dell’intervista ci spostiamo davanti al bancone, per commentare l’installazione che coinvolge in lunghezza tutta la sala.
“Inizialmente avevo pensato di rappresentare dei cavalli, poi ho valutato che non sarebbero stati molto ben contestualizzati. Così ho preso ispirazione dalle imbarcazioni a vela che escono dal Circolo Umberto Fiore e colorano il mare di Briga Marina. Ho cercato di rappresentare il movimento del mare che è possibile osservare qui. Proprio Don Pietro poi mi ha fatto notare che da qualsiasi angolazione si osservi, sembra che le vele vengano verso di te.
Se a portare il mare dentro il Bar De Luca ci ha pensato il maestro Cacciola, che con i suoi colori sollecita i sensi visivi, è da dietro il bancone che vengono sollecitati gli altri sensi con il profumo del caffè e il gusto delle granite e dei gelati. Un incontro unico di arti, saperi e sapori.
Due arti, quella del gelataio e quella del pittore che hanno in comune l’amore per la propria terra e la voglia di riscatto per una periferia dalle grandi potenzialità, ma lasciata in secondo piano da chi negli anni ha amministrato il territorio.
@FscoGreco