
Molti modi di dire dialettali, più che a riferirsi a termini specifici presenti nel vocabolario popolare, sono frutto di scene del vissuto di una volta, fatti accaduti e scorci del passato, così straordinari da essere rimasti impressi nella memoria della vulgata.
Vi sarà capitato di sentire l’espressione “altezza mezza bellezza” e invece, questa volta, tra i modi di dire siciliani esploriamo sulle origini di un detto “longu a matula”, che si, è sempre legato all’altezza di una persona, ma però è esattamente il contrario di un complimento a differenza dell’esclamazione italiana di cui prima.
Una delle scene del passato in cui si poteva avere a che fare con la “matula” è quella del post pranzo nuziale, nella quale occasione veniva donato questo strano aggeggio, con un lungo tubo per allontanare le fastidiose flatulenze, però siccome i gas volano, questo strumento risultava inutile. Quindi una persona che viene additata “longu a matula”, risulta essere inutilmente alta.
Alcuni studiosi hanno anche ricercato la radice di questa espressione nei vocaboli dell’antichità, come nella forma del greco antico “esi maten” che riconduce esattamente alla traduzione di “inutile”, oppure al latino “ad mentula” che si riferiva all’apparato riproduttivo di un uomo, ma con il significato di “a casaccio”.
In tempi medievali la “matula” era invece una lunga e stretta boccia di vetro, utilizzata come contenitore delle urine, ma poiché i medici del tempo non erano in grado, il più delle volte, di salvare un paziente in gravi condizioni, questo tipo di esami erano popolanamente considerati inutili.
In conclusione, se vi trovate a Messina, ma vi potrebbe capitare anche nel resto della Sicilia, se sentite esclamare “longu a matula” così come “babbu longu”, sappiate che certamente non stanno tessendo le lodi della persona oggetto di questi “aggettivi”.
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