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Scaletta Zanclea: origini e cenni storici

cartolina anni '20
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Sembra che i primi abitanti di Scaletta, siano stati i Sicani, ovvero la primissima popolazione che abitò l’isola siciliana, mentre i Siculi si dice fossero pervenuti in Sicilia, dalla Liguria e dal Lazio.
Prima dell’arrivo dei Greci in Sicilia, le popolazioni che l’abitavano erano cosi suddivise: a oriente i Sicani, al centro i Siculi ed a occidente gli Elimi.
Una prima menzione del sito ove sorge l’abitato di Scaletta si ha nel “libro di Ruggero”, scritto per ordine del Re nel 1154, per opera del geografo arabo Edrisi, che ricorda l’insediamento con il nome di “Ad-Dargat as-Sagirah”, letteralmente “piccola scala” o la “scaletta”, così chiamata per essere distinta da Ad Dargat” la “scala grande” oggi Sant’Alessio, e da “Ad Dargat al Warta” la “scala di mezzo”, oggi Ali. Pertanto è assodato che nel periodo della dominazione araba in Sicilia, Scaletta doveva essere un piccolo casale, probabilmente già esistente dal periodo greco-romano. Intorno all’VIII sec. A.C. . infatti, alcuni coloni calcidesi emigrarono dalla Grecia e sbarcarono sulle coste siciliane: qui fondarono la prima loro città, ovvero “Naxos”; in seguito fondarono Messina ove stabilirono un presidio essendo lo Stretto di Messina una zona nevralgica per la navigazione ed i commerci, e chiamarono questo Sito “Zancle” (falce), ispirati dalla forma dell’insenatura naturale che chiude il porto, e che ricordava appunto una falce. Questi coloni, non si limitarono al territorio ristretto di Zancle, ma si spinsero anche nelle terre vicine e prospicienti le coste della Calabria, compresa Scaletta, così da poterle tenere sotto controllo per la loro sicurezza. Da qui il nome associato di “Scaletta Zanclea”. Grazie alle terre molto fertili, alla facilità di pesca alle alture circostanti dove si praticava la pastorizia, questa zona diventò una parte molto ricca dell’isola e quindi anche molto ambita dalle popolazioni straniere, anche per la sua posizione strategica che consentiva di tenere sotto controllo tutta la vasta area dello stretto e nel contempo, in caso di imminente pericolo, di rifugiarsi addentrandosi all’interno le vicine colline. Così intorno al 489 a.c. Anassila. Tiranno di Reggio, di origine Messena, si impadronì di Zancle, sbarcando con la sua flotta negli approdi e nelle cale vicino all’abitato della città e probabilmente anche sul litorale di Scaletta, conquistando il territorio che ripopolò con una colonia di profughi Messeni provenienti dalla Grecia e mutò il nome della città da Zancle a Messina.
Sebbene queste siano le prime testimonianze di storia inerenti la città di Scaletta Zanclea, non è da escludere la possibilità che genti preistoriche abitassero queste coste già prima, tuttavia non si hanno testimonianze evidenti di tali frequentazioni tanto antiche, ma bisogna comunque ricordare che nel 1969, in seguito a scavi per la costruzione di un viadotto autostradale, vennero alla luce importanti resti di un impianto termale di età romana (condutture, pavimenti a mosaico ed altro).
Quel che più importa è il ruolo che la città di Scaletta ha avuto fin dalla sua fondazione e che nel periodo medievale, insieme altri innumerevoli città posizionate sulla costa siciliana, entrava a far parte, con la sua Torre di avvistamento, all’interno del sistema di fortificazione dell’intera isola.
Tale sistema fu realizzato a partire dall’VIII sec. D.C. , prima per bloccare le incursioni nordafricane sulle coste siciliane, poi per resistere alla guerra di invasione saracena dall’827 al 965. Per far fronte a queste esigenze verranno costruite numerose architetture difensive, prima dagli Altavilla, popolo normanno comparso in Sicilia dal 1061, che privilegiarono le grandi Città del Regno (Palermo, Siracusa, Messina), poi da Federico che fa erigere le sue splendide costruzioni sul versante ionico.

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