
Arrivati nella frazione di Pezzolo, a sud di Messina, lasciandoci l’abitato alle spalle e proseguendo verso le montagne dalla strada, poi sterrata, denominata contrada Madonna di Loreto, si giunge ai resti dell’omonima chiesa. Vedendola si resterà colpiti dalla particolare forma cubica a pianta centralizzata e dalla cupola a mammella incastonata dalle mura perimetrali, in un lato presenta una finestra ribassata simile a quelle utilizzate nelle fortificazioni militari, siamo infatti di fronte ad una particolare “qubba” (da alcuni chiamata anche “marabutto”) prezioso lascito della presenza arabo – bizantina anche in queste zone.
Guardando al contesto storico riportato da wikipedia, la Sicilia, pur se fedele a Roma, è stata storicamente un crocevia fra la chiesa d’oriente e quella d’occidente e soprattutto dopo la caduta dell’impero romano e le successive invasioni barbariche quando divenne territorio dell’Impero bizantino. Nel 732 l’isola passò al patriarcato di Costantinopoli sino alla successiva occupazione musulmana della Sicilia. Diversi cenobi vennero fondati da monaci basiliani, generalmente ortodossi. Con gli arabi generalmente tolleranti furono anche i cenobi basiliani a mantenere viva la religione cristiana (specie nell’oriente dell’isola). La conquista normanna e la successiva riconversione al cristianesimo dell’isola fu inoltre agevolata dal profondo radicamento delle comunità monastiche di rito greco.
Tornando a Pezzolo, all’interno della chiesa, molto deteriorata, si possono ancora riscontrare delle piccole porzioni di affreschi sui muri. Accanto invece, quasi del tutto crollato, un antico monastero. Peccato dover riscontrare, oltre il totale abbandono, anche un oltraggioso utilizzo ad ovile e stalla, vi saranno dentro animali sicuramente devoti che avranno sposato la filosofia dell’ora et labora, a perdere la fede invece sicuramente i cittadini, che non hanno creduto abbastanza e spronato le istituzioni competenti ad una tutela, restauro e riqualificazione dell’area che può vantare una vista stupenda sulla vallata sottostante e sullo stretto, potenziale volano turistico per il rilancio di tutta l’area.