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Zona Fiera di Messina: auspicato ritorno alla bellezza

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Il centro cittadino della città dello stretto, burocraticamente parlando, è uno dei più intrecciati. Infatti, dalla zona falcata alla zona fieristica, sono molteplici le competenze e gli enti che dovrebbero intervenire, dalla Regione Siciliana al Comune di Messina, dall’Autorità Portuale all’ (ormai soppresso) Ente Fiera.

Negli ultimi decenni, non sono mancati problemi di gestione, così come rimpalli di responsabilità da un ente all’altro. A parlare sono stati i vari scatti fotografici che si sono susseguiti durante le varie passarelle istituzionali, dalla visita del Presidente della Regione Totò Cuffaro, con alle spalle un ancora novellino parlamentare regionale Cateno De Luca, a quella più recente (anche per passare dal centrodestra al centrosinistra) del Presidente della Regione Rosario Crocetta. Proprio quest’ultimo ha messo in liquidazione l’Ente Fiera. Poi al Governo fu il momento dei Cinquestelle, che una volta annullato l’accorpamento delle Autorità Portuali di Messina e Gioia Tauro, mandarono in riva allo stretto l’uomo del fare: l’Ing. Paolo Mega.

Volendo continuare in una digressione temporale, i fasti della Fiera di Messina risalgono fin dai tempi della Magna Grecia, la posizione privilegiata della città della falce, al centro del mediterraneo (e quindi al centro del mondo all’epoca conosciuto) favoriva senz’altro l’incontro di uomini, merci e affari. Questo trend continuò nei secoli, anche nell’epoca dell’industrializzazione fino ai tempi del boom economico, le fiere rappresentavano la migliore occasione per gli industriali di accaparrarsi nuovi clienti, e per quest’ultimi vantaggiose offerte riservate per l’evento. Con il consumo di massa, anche nelle fiere poi si è fatto largo a beni di uso comune, dal coltello utilizzato dal famoso chef televisivo, all’aspirapolvere tecnologica progettata per la casalinga di Voghera. In quest’ultimo periodo a Messina, in concomitanza dei festeggiamenti agostani si creerà un utilizzo della Fiera, più che espositivo e commerciale, di vero e proprio intrattenimento. Oltre a qualche spettacolino sul suggestivo fronte mare, la faranno da protagonisti l’hot dog e le montagne russe, divenute insieme alla Vara e ai giochi pirotecnici, facenti parte della tradizione dell’agenda delle cose da fare nella settimana agostana.

A termine di questo scorcio, con alti e bassi nella storia della zona fieristica, l’area è rimasta negli ultimi (e ahimè anche troppi) anni in disuso e decadenza, padiglioni a limite di crollo, la struttura del Teatro in fiera così fatiscente da dover essere demolita, tutto insomma in uno stato di abbandono non più tollerabile.

Così l’Autorità Portuale a guida Ing. Mega, su cui ricade la competenza, anziché calare dall’alto decisioni per una zona così caratteristica e delicata per il vivere messinese, ha avviato nei mesi scorsi con il supporto della società Avventura Urbana, un confronto, per immaginare insieme ai cittadini, il futuro del “miglio”, quindi non solo l’area fieristica, ma tutta la fascia costiera che arriva fino al torrente Annunziata. Largo all’immaginazione quindi per i progettisti di idee, all’Autorità invece l’onere di realizzare le opere e con queste la riqualificazione dell’area.

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